ASIAN INDOOR GAMES IN VIETNAM
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Il Vietnam , un paese sulla strada dello sviluppo, ha ospitato per la prima volta gli:
ASIAN INDOOR GAMES
“L’Olympic Council of Asia”, l’organizzazione dello Sceicco Al-Sabah del Kuwait che coordina 43 Comitati Olimpici, al servizio della promozione dello
di Ennio Falsoni
“ For a rising Asia” – dice il motto della OCA (Olympic Council of Asia), l’organizzazione del principe Al-Sabah del Kuwait e credo che non ci sia termine più adatto di quello per indicare il Vietnam di oggi, paese che ha recentemente ospitato la terza edizione degli Asian Indoor Games (la volta scorsa la WAKO è stata di scena a Macao, in Cina, nel 2007).
“Raising” – sta ad indicare qualcuno o qualcosa che si ‘solleva’, si ‘alza in piedi’, e da quello che si conosce del Vietnam, per averne seguito le vicende dai banchi di scuola come tutti, dai tempi della Guerra di Indocina contro l’aggressione francese e successivamente con la guerra scatenatagli contro dagli Stati Uniti sotto la presidenza di John Fitzgerald Kennedy e poi di Lindon Johnson (1963-1975), credo proprio che questo paese si stia sollevando da un passato di guerre interne e esterne.
Pensate alla lacerazione di un paese diviso
Ebbene, proprio qui, l’OCA ha voluto che avvenissero gli Asian Indoor Games, terza edizione, che hanno visto il Vietnam impegnarsi allo spasimo per ben figurare. Pensate che questo evento ha rappresentato la manifestazione sportiva di gran lunga la più importante nella storia del paese!
E’ consistito nella presentazione e organizzazione di tornei in ben 20 sport (alcuni, come il Kurash o il Pencak Silat, assolutamente di dimensione asiatica soltanto, 37 Comitati Olimpici coinvolti, 2000 atleti e attività che si dividevano nelle principali città vietnamite, con Hanoi , Ho Chi Min City e Da N’ang. in testa.
La kickboxing, che presentava un torneo nelle specialità di semi contact e di low-kick soltanto, in 5 categorie di peso diverse tra uomini e donne, ha portato una settantina di atleti in rappresentanza di 10 nazioni asiatiche, precisamente Giordania, India, Irak, Iran, Kazakhstan, Kuwait, Mongolia, Thailandia, Uzbekistan e Vietnam. Avrebbero certamente essere di più se la crisi economica che sta imperversando anche da quelle parti, ha tenuto lontano atleti di Filippine, Malesia, Sry Lanka, e Nepal. Di altre, come Syria, Hong Kong o Corea, evidentemente è ancora troppo presto per avere atleti competitivi a certi livelli.
Mi hanno piacevolmente sorpreso sia la Tailandia (l’Associazione tailandese di Kickboxing è diretta dallo stesso Santipharp che guida anche
E’ stato quasi incredibile vedere atleti tailandesi (come Direk Thongnoon) cimentarsi addirittura nel semi-contact e addirittura vincere nei 63 chili! Così come è stato bello vedere all’opera degli atleti vietnamiti per la prima volta nella low-kick, e mostrare non solo una notevole grinta e un buon tasso tecnico, ma anche vincere con una donna Thi Tuyet May Nguyen nei 52 chili che mi ha particolarmente impressionato sia per il bagaglio tecnico messo in mostra che…il cuore con cui ha combattuto. Si vedeva che era ispirata da fino nobili, come quello di battersi per conquistare una medaglia prestigiosa per il proprio paese.
Ma il dato più sorprendente viene dall’interesse che il torneo di Kickboxing ha suscitato in tanti dirigenti di Comitati Olimpici asiatici come il presidente del NOC della Tailandia e il suo vice, il potente Generale Charouck Arirachakaran , il Ministro dello Sport iraniano, la principessa del Kuwait nonché sorella del grande capo di OCA, Al-Sabah, dirigenti ovviamente dello sport vietnamita, tutti accorsi per capire meglio cosa diavolo fosse la kickboxing e ad incitare i loro atleti e ad entusiasmarsi per le evoluzioni – nella buona e nella cattiva sorte – degli stessi.