03/11/2015 - 20.21

Che Mondiale! - di Riccardo Bergamini

Si è appena conclusa la kermesse dei campionati mondiali di Belgrado ed è quindi tempo di proporre un consuntivo della manifestazione.
Circa 700 atleti partecipanti, 56 nazioni in rappresentanza di tutti e cinque i continenti, 86 giudici di gara, 453 matches disputati nel contatto pieno e 158 nel contatto leggero per un totale di 611.
Numeri impressionanti per uno sport così duro che richiede sacrifici ed impegno sia a livello fisico che psicologico.
Tutto questo in una cornice di grande rispetto, dove i supporter delle varie nazioni hanno tifato, con il massimo trasporto,  gli uni accanto agli altri senza dare luogo al minimo contrasto.
Ci si sente orgogliosi a far parte di questo mondo.
Veniamo ora alla prestazione dell’Italia.
Il bottino parla di 2 medaglie d oro, 3 d'argento e 4 di bronzo.
Prima di tutto, però, è doveroso parlare di tutti quegli atleti che hanno onorato la maglia azzurra senza riuscire ad ottenere una medaglia che in alcuni casi avrebbero meritato.
Daniele Lamina (K1), Guglielmo Pacetto (LK), Michele Arbau (K1), Yuri Di Sabatino (LK), Ivan Sciolla (LK), Mameli, Nani, Mansella, Mirno, Murgia, Signorino, Irene Pasqual, Martina Bernile, Plasmati, Tetti, Menichelli, Castellini.
Questi combattenti hanno lottato come leoni in un arena difficilissima che ha reso loro onore come uomini /donne al di là del risultato.
In questa competizione, vincere una medaglia è cosa per pochi, i turni sono serrati, la concorrenza è incredibile, le pressioni soffocanti, ma nonostante ciò alcuni fra i nostri, vi sono riusciti.
 
Iniziamo dalla medaglia di bronzo, Andrea Andrenacci, 81 kg LK, TRASCINANTE, 4 incontri per vincere un bronzo, voluto. Ogni incontro una battaglia, risolta spesso negli ultimi secondi, un piglio da eroe per un atleta che ha combattuto in una categoria superiore alla sua, per un suo errore, ma che ha emozionato non solo gli italiani, ma tutti coloro che hanno avuto il piacere di assistere alle sue performance.
 
La medaglia d’argento è andata a Valentina Cabras, COMMOVENTE, 3 incontri per arrivare all’ultimo atto, quello che poteva valere un mondiale.
Valentina era al suo ultimo mondiale, per raggiunti limiti di età, ma ha combattuto con lo stesso spirito di una ragazzina, con una voglia ed una determinazione che devono essere di esempio per chi si affaccia a questi grandissimi eventi. Non si può che dire grazie ad un atleta così, che ha vinto innumerevoli medaglie nel corso della sua carriera e che si congeda con immenso onore.
 
Dulcis in fundo, la medaglia d’oro va a Gabriele Casella, SUPERBO, 3 incontri per vincere questo mondiale. Questo fighter dispone di una qualità incedibile, la forza mentale.
Vedere Gabriele vuole dire vedere l’incarnazione del combattente: concentrato, sicuro, proiettato verso traguardi che lui vede e che si sente in grado di raggiungere.
Un incontro di Kickboxing pone difficoltà incredibili per un comune mortale, ma lui è sempre capace di rispondere con eccezionale rapidità adattando la sua strategia e risolvendo in modo, apparentemente elementare, tutti i nodi che si presentano. In una parola, un predestinato.

Concludo sentendomi in dovere di ringraziare i tecnici federali che hanno seguito, confortato, stimolato e soprattutto guidato gli atleti: Massimo Rizzoli, Biaggio Tralli, Giampiero Marceddu, Fabrizio Bergamini, per il contatto pieno, Stefano Paone, Omar Vergallo per il contatto leggero. E un grazie, oltremodo sentito, per il nostro Presidente, Donato Milano, onnipresente, che sta regalando la sua vita per sviluppare la nostra federazione, a dispetto di tutti gli intralci che trova sul suo cammino. Tutti coloro che hanno fatto parte di questa delegazione lo hanno sentito vicino. Credo davvero che Papà Ennio sia contento di come tutto il lavoro, da lui fatto, sta andando avanti.

M° Riccardo Bergamini