14/07/2013 - 10.27

Difesa personale in parrocchia

di Federica Ronchi

Nella parrocchia di S. Elena a Roma si svolge ormai da quasi 3 anni un corso di difesa personale

A partire dal mese di ottobre 2010, presso il salone parrocchiale della chiesa di S. Elena di Roma, ogni martedì alle ore 21:00, si svolge un corso di difesa personale. Le lezioni sono tenute da Fausto Costa, maestro di difesa personale, per conto della FIKBMS.

A lui e al parroco, abbiamo rivolto alcune domande.

Maestro Costa, com’è nata l’idea di tenere in un locale della parrocchia un corso di difesa personale?
È stata una pura casualità. L’idea è venuta a Don Stefano Rulli, parroco di S.Elena,  che, dopo avergli raccontato quanto mi facesse stare bene poter insegnare ai ragazzi a difendersi, mi ha proposto di avviare un corso di difesa personale, al quale avrebbe avuto il piacere di partecipare anche lui. L’autodifesa, se insegnata  nel giusto contesto, in un gruppo affiatato e facendo riferimento a dei valori etici, è  uno strumento utile alla crescita di un ragazzo, poiché gli permette di acquistare fiducia in se stesso e negli altri, rendendolo pienamente consapevole dei propri limiti ma anche delle proprie potenzialità.

Il parroco le ha dimostrato una grande fiducia conferendole questo incarico. E’ felice, per questo?
Spero di aver dato seguito alle sue aspettative! Don Stefano è un abile osservatore. In questi anni ha avuto modo di conoscermi bene, anche attraverso la mia famiglia. Dall’agosto del 2009 all’aprile del 2010 ho praticamente vissuto in ospedale, combattendo con le unghie e con i denti contro  una durissima malattia: il linfoma di Burkitt. Quest’esperienza mi ha segnato tantissimo e ha reso più forte il mio desiderio  d’impegnarmi nel sociale. Ci tengo a precisare che il fine è in primis sociale. Per chi partecipa alla vita della parrocchia il corso è gratuito. L’unica spesa da affrontare è la quota assicurativa e l’affiliazione alla federazione. Il mio lavoro è un modo per contribuire a farci stare bene insieme, e il mio guadagno è la gioia nel guardarli mentre si divertono e pensare di aver contribuito a renderlo possibile.

Come sta andando il corso?
A mio modesto avviso, bene. Ho comprato dei tatami per evitare che cadendo qualcuno potesse farsi male. Chi ha voluto, nei limiti della propria disponibilità economica, ha anonimamente contribuito alle spese.   Inizialmente partecipavano una ventina di persone, tra cui il parroco e diversi catechisti e ministranti, uomini, donne, ragazzi e ragazze. Nella conduzione della lezione mi aiutava il mio caro amico e, oggi insegnante, Stefano Pulcini. Nel tempo qualche allievo è rimasto e altri nuovi sono arrivati. Nel frattempo si è consolidato il numero degli insegnanti  tra i quali: Daniela Agrosì, Massimo Quattrini, Alessio Lungo, Dario Stridi e Stefano Pulcini. Spesso i genitori portano con loro i figli e qualcuno la fidanzata o gli amici. Insomma, ci si sente in famiglia. Ogni tanto, le lezioni sono tenute, sempre senza fini di lucro, da qualche figura di rilievo, come il maestro  Paolo Liberati che oltre ad essere eccellente nel suo lavoro è anche un  esempio di vita.

Com’ è stata accolta questa iniziativa da FIKBMS?
Io sono un ingegnere e tendo ad assumere sempre un atteggiamento piuttosto razionale anche se il mio comportamento mi tradisce spesso, perché sono molto passionale. Comunque comincio a credere che alcune situazioni si concatenino quasi come se ci fosse un disegno più grande! Il coordinatore nazionale del settore difesa personale, maestro Giuseppe Cavallo, aveva chiesto a Massimo Liberati, il nome di un ulteriore fiduciario che, insieme al maestro Adolfo Bei, avrebbe dovuto riferirsi a lui. Liberati gli ha comunicato il mio nome e, appena il maestro Cavallo mi ha chiamato, è nata immediatamente una comunione di intenti. Il maestro Cavallo vuole costruire un settore difesa personale che, oltre ad essere un fiore all’occhiello della Federazione in termini di efficacia tecnica e di livello qualitativo di insegnanti e allievi, sia anche un mezzo attraverso il quale i nostri giovani coltivino i valori etici oggi diventati marginali. Come si dice “il buon giorno si vede dal mattino” e, dato che obiettivo difesa ha offerto ampia collaborazione al nostro coordinatore, lui ha ricambiato immediatamente il nostro lavoro dandone ampia visibilità. Ricordo di avergli detto: “Giuseppe, prendi pure ciò che abbiamo fatto e usalo come vuoi”. Lui mi ha risposto: “Non sono solito impossessarmi del lavoro degli altri e darò ampia divulgazione a voi e al vostro lavoro”. Questo atteggiamento mi fa capire che è possibile portare avanti le proprie esperienze e crescere gli uni con gli insegnamenti e il sostegno degli altri. Credo che alla luce di quanto detto, grazie al coordinamento del maestro Cavallo, la federazione FIKBMS potrà crescere velocemente non solo in termini di iscritti ma anche in termini di rinvigorimento dei valori etici.

Quali sono le motivazioni che possono rendere interessante un corso di difesa personale in un ambito parrocchiale?
Non dimenticherò mai la frase del grande maestro e campione del mondo di Kick Boxing, Paolo Liberati, a conclusione di una dimostrazione di difesa personale presso una comunità educativa femminile in cui prestavo servizio come volontario: “Ha più valore porgere l’altra guancia quando ci sono buone possibilità di una vittoria che quando si ha la certezza di una sconfitta”. Sapersi difendere non significa essere persone malvagie. Al contrario, per diventare sufficientemente abili, occorrono tanto impegno e tanta umiltà. Attraverso un costante lavoro vengono raggiunti importanti obiettivi rispetto alla consapevolezza e alla fiducia in se stessi. Inoltre lavorando in gruppo si impara a stare bene insieme rispettando le diversità di ciascuno. Sapersi difendere sfruttando i punti vitali dell’aggressore costituisce un valido strumento adatto a chiunque, indipendentemente dalla stazza fisica e dal sesso. Inoltre conoscere punti vitali, ci mette nella condizione di tutelare maggiormente il nostro compagno in allenamento, senza superare mai il limite consentito. Ci rende consapevoli delle reali potenzialità di questo metodo, che va usato solo se strettamente necessario. Non si gioca, quando in palio c’è la vita dell’altro e la tua!Infatti la prima cosa che viene insegnata è quella di evitare lo scontro, qualora sia possibile , mentre s’interviene solo se  la nostra vita o quella di altre persone è realmente in pericolo. Se la violenza la conosci la eviti! Del resto se questo corso è stato ben accettato in un ambiente fortemente etico come la comunità di S.Elena, significa che ciò che viene insegnato non è incompatibile con la fede cristiana. 

Don Stefano Rulli, quali sono le sue impressioni sul corso che ha frequentato e sui progetti futuri?
Mi sono accostato a questa disciplina senza saperne assolutamente nulla. Mi sono fidato dell'amico Fausto. Devo dire che, fino a che ho frequentato il corso, sono stato molto soddisfatto: di difesa personale continuo a non saperne nulla ma ho scoperto un altro modo di stare insieme tra generazioni diverse. Tra il più piccolo e il più grande c’erano 40 anni, ma una volta sul tatami scomparivano tutte le differenze e si creava un'unica grande famiglia. I grandi insegnavano, aiutavano, si facevano prendere in giro e poi si preoccupavano di riaccompagnare a casa i più piccoli. Già solo per questo l'esperienza è stata entusiasmante. Anche il fatto sportivo comunque è stato importante: fare un po' di esercizio fisico e aiutare le persone ad acquistare maggior fiducia in se stesse. Ho accolto con interesse e sponsorizzato la possibilità di sviluppare un’iniziativa rivolta agli ipovedenti e ai diversamente abili. Credo che farà molto bene soprattutto alla nostra comunità. Del resto la parrocchia di Sant’Elena è già sede legale dell’Assiciazione “Il sorriso di Titto Luca Maggi ONLUS”, per la quale vi invito a consultare il sito: http://www.ilsorrisodititto.it/. L’associazione è nata da un’iniziativa di una famiglia della nostra comunità che ha perso un bimbo affetto da atrofia cortico-ponto-cerebellare. Se, attraverso il sito, andrete a conoscere Luca Maggi scoprirete che abbiamo imparato più da lui che da tutti i normodotati della nostra comunità. Grazie Fausto (e anche Stefano che operava già quando io partecipavo) per l'impegno e la disponibilità.

E lei, Maestro Costa, che progetti ha per il futuro?
I progetti dell’ASD Obiettivo Difesa, sono quelli di impegnarsi sempre più nel sociale. Proporre attività per ipovedenti e diversamente abili con l’intento di aiutarli nel perfezionare il loro percorso nel superamento del limite  e apprendere da loro la grande forza e volontà con cui quotidianamente affrontano la vita. In particolare, attraverso la guida di Lorenzo Sapia, un ragazzo ipovedente, stiamo imparando a lavorare nel settore di chi ha problemi alla vista e dei diversamente abili. Per questo progetto il 10 maggio 2013 ci è stato attribuito un riconoscimento dall’Associazione ADMI (Associazione Dipendenti del Ministero dell’Interno) presso la sala congressi del Viminale. Lorenzo Sapia per tutti noi è un grande maestro sia per quanto ci insegna, sia per quello che fa nella vita. È un pianista di grande talento e viaggia in giro per il mondo da solo più agevolmente di noi “normo dotati”. È stata un’idea del grande Massimo Quattrini, un tempo agonista di livello nazionale nel settore Judo, quella di farci lavorare tutti al buio e dimostrarci quali sono le difficoltà che Lorenzo affronta in ogni momento della sua vita e quanto lui sia migliore di noi maestri nell’affrontare queste situazioni. È proprio da questo insegnamento che ho capito bene perché si chiamano “diversamente abili”: hanno abilità diverse dalle nostre che spesso li rendono migliori di noi. Non saprei dire se imparano più loro da noi o noi da loro ……