12/09/2007 - 14.51

IL SUCCESSO DELLA PASSIONE

Abbiamo esempi clamorosi, se guardiamo alla storia dell’umanità, di opere fantastiche che sono ancora lì a ricordare tutto l’amore, tutta la fede, tutta la passione che i loro autori hanno avuto nel progettarle, nell’elaborarle, nel crearle. Opere che sembravano impossibili, sono state realizzate grazie a una grande volontà, a una visione, un progetto che poi ha avuto la sua attuazione pratica grazie a un uomo che ha cominciato il tutto.
Beh, quello che ha fatto Giorgio Lico ovviamente non è paragonabile a un Porta del Paradiso del Ghiberti o a un affresco di Michelangelo, ma credo che in fondo la passione che lo ha animato nel portare a termine la scorsa edizione dei campionati italiani di semi e light contact che si sono svolti a Vibo Valentia, abbia in nuce qualcosa di simile a quello di tanti famosi artisti.
Voleva organizzare nella sua città, visto che erano quasi 30 anni che la federazione non proponeva nulla di così importante in regione, una manifestazione che tutti avrebbero ricordato. Ha avuto quindi un’idea, una visione, e l’ha realizzata. Ha cominciato a rompere le scatole a sindaco e assessore, ha chiesto una mano a tutti i suoi studenti, a tutti i praticanti di kickboxing e ai loro parenti della sua città.Ed ha compiuto una sorta di piccolo miracolo.
Vibo Valentia, una cittadina da cui si gode una vista meravigliosa del Tirreno, è stata per due giornate la degna capitale italiana della kickboxing, un fiore all’occhiello della federazione.
Il Palavalentia ,una struttura valida ma non enorme, era perfettamente addobbata , i campi di gara attrezzati con tabelloni elettronici, il podio tricolore, così come i fiori che ornavano i vari tavoli, ha veramente creato una cornice perfetta alle gare che si sono svolte senza una sbavatura, anche se in alcuni casi, come nel corso della finalissima a squadre di semi contact, gli atleti erano determinatissimi e anche sin troppo grintosi .
La gara a squadre è certamente tra le più spettacolari nel panorama del semi contact. A contendersi la vittoria finale, c’era la società palermitana Aikya (una delle società di maggior successo in questo momento), diretta da Gianpaolo Calajò- già campione del mondo WAKO nei 57 chili-, anche perché vanta al suo interno due eccezionali campioni come Gregorio Di Leo e Andrea Lucchese. “Grillo” Di Leo è, in assoluto, il miglior atleta italiano della specialità, già pluri - campione d’Europa e del Mondo, Lucchese ha la possibilità di diventarlo, dopo essere sceso dai 74 ai 63 chili.
Contro la squadra palermitana, formata da tre atleti e una riserva, c’era l’agguerrita squadra della Winner Team di Napoli,diretta da Gianni Di Bernardo e che anche al suo interno aveva un elemento di spicco del semi italiano: Neri Stella, un giovane medico figlio dell’appassionatissimo Lucio, professore neurologo all’Università di Napoli, oggi che vanta ben 3 ori in altrettanti mondiali juniores (un record!), e tantissimi piazzamenti tra i primi nei 79 chili a livello europeo e mondiale. Ebbene, proprio Di Leo e Stella si sono trovati di fronte per determinare la vittoria finale dopo che i primi 3 incontri erano finiti in parità di punteggio (vinceva la squadra che totalizzava più punti!).
L’incontro è stato molto avvincente sino alla fine, con Stella che metteva in difficoltà l’avversario continuando a calciargli davanti al viso con la sua gamba anteriore. L’altro che cercava di togliersi dalla traiettoria dei calci o che cercava di anticipare Stella. Ma la foga era tanta che nonostante i due siano amici per far parte della squadra azzurra da tanti anni, ad un certo punto m’è persino sembrato che Di Leo volesse tirare una testata a Neri! Roba da matti! Al termine dell’incontro, andato ai palermitani, chiaramente Di Leo manco si era accorto della scorrettezza e ciò vi basti per immaginare il tasso di adrenalina che deve scorrere nelle vene di questi atleti quando sono sotto pressione.
Molto bella e tiratissima anche la finalissima delle squadre femminili. Si sono trovate in finale ancora una squadra dell’Aikya di Palermo, e la squadra di casa, sorretto da tutto il tifo cittadino, quella della Thunder Pizzo, società di Giorgio Lico ,che annoverava tra le sue fila due veterane di tante battaglie, due ragazze che sono state imbattibili per quasi 10 anni, Samantha Aquilano e Luisa Lico, sorella di Giorgio.
Samantha tornava alle gare dopo un anno di assenza durante il qual aveva dato alla luce una splendida bambina; Luisa Lico s era invece ritirata dalle competizioni dopo i Mondiali di Parigi (2003), ma tornava anche lei alla competizione soprattutto per far piacere al fratello.
Insomma, per farla breve, le due – e lo si vedeva – erano ben lungi dall’essere quelle che erano imbattibili. Un po’ lente, fuori tempo, quasi svogliate a volte, si sono fatte infilare a più riprese. Addirittura Samantha aveva perduto l’incontro con l’avversaria, compromettendo l’esito finale. La stessa Luisa Lico era andata sotto di 2 punti e tanti ne mancavano a finire l’incontro a squadre con vittoria delle palermitane, quando qualcosa dev’essere scattato nella testa di Luisa che non ci stava a perdere evidentemente. Ha tirato fuori dal cilindro il suo speciale, un calcio circolare all’indietro in rotazione che andava a cogliere perfettamente il volto della palermitana dando il parziale pareggio
tra le due squadre. Anche tra le donne si andava allo spareggio e Luisa Lico è rimasta sul tatami per i due minuti extra. Si è ricordata di essere una grande campionessa e non ha lasciato scampo all’avversaria. Vinceva la squadra di Pizzo Calabro, e sembrava un altro sogno irrealizzabile.
Tra i tanti incontri visti, quelli a squadre mi sono rimasti più impressi per la loro spettacolarità e per il loro coinvolgimento emotivo, ma sarebbe davvero difficile parlare di tutti.
Per la cronaca, rotto il ghiaccio con la gara a squadre, l’indomani Samantha è tornata sul quadrato e…ha dominato tra le 50 chili vincendo alla grande.
Tra i seniores, sia nel semi che nel light, ancora una volta in luce tutti i migliori.
Mi sono piaciuti, e molto, anche i giovanissimi. Resto sempre affascinato da come anche i piccolissimi (intendo ragazzini di 10- 12 anni, si muovono, calciano, blitzano gli avversari. Alcuni sono davvero portentosi e c’è solo da sperare che possano continuare questa loro passione per la kickboxing e la competizione per tanti anni ancora.
Purtroppo in questi campionati sono venuti a mancare moltissimi atleti del nord, specie tra i cadetti e gli juniores. Inutile quasi dire che in questo caso, siciliani, campani e atleti del sud in generale l’hanno fatta da padroni. Davvero bravi comunque.E a Napoli, nel 2008, si organizzeranno i campionati mondiali WAKO loro dedicati. Da non perdere.