16/02/2012 - 18.13

JOSPEH LASIRI IN SERBIA: E’ NATA UNA STELLA?

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Chiamato all’ultimo momento a battersi per un titolo mondiale Wako-Pro in low-kick, l’italiano  allievo di  Calzolari si è ottimamente comportato mettendo in difficoltà l’avversario.  

A cura dell’Ufficio Stampa Federale  

Succede che a volte un’ottima promozione rischi di saltare per colpa di sbadataggine o di mera ignoranza. Stava per succedere  ancora una volta ai serbi che a Jagodina avevano preparato tutto per ricevere il brasiliano Steve Wagner, campione del mondo Wako-Pro nella categoria 56,800 chilogrammi, che avrebbe dovuto difendere il suo titolo dagli assalti di Boban Marinkovic, un buon atleta già medaglia di bronzo agli Europei di Baku (Azerbaijan) della  Wako nel 2010.
Il campione  brasiliano  si era preparato duramente, anche se sarebbe passato dai 30 gradi di S.Paolo ai meno dieci di Jagodina in poche ore. Insieme al suo coach e al giudice, si era recato all’aeroporto pronto per partire per l’Europa, ma con sua grande disperazione, dopo aver effettuato regolarmente il check-in , si è visto negare l’ingresso sull’aereo perché…non aveva il visto per la Serbia!
Potete immaginare il suo sconforto, la sua amarezza. Ha telefonato allora al presidente della Confederazione brasiliana di Kickboxing Paolo Zorello che ha pensato sia di avvisare il quartier generale della Wako-Pro che il Consolato serbo a Brasilia. Insomma gli interessati erano pronti ad andare sino a Brasilia per ritirare il visto (che sarebbe stato loro dato immediatamente), ma  avrebbero potuto essere a Belgrado solo il giorno stesso   e a poche ore dall’incontro. Una cosa molto rischiosa da tutti i punti di vista e comunque nessuno avrebbe ppotuto garantire che l’atleta brasiliano arrivasse comunque in tempo a Jagodina, che dista 100 kilometri da Belgrado.
Purtroppo gli organizzatori che già avevano avuto la conferma della presenza del tennista numero uno al mondo, Novak Djokovic  al loro evento (e 5000 sostenitori nel palazzo dello sport) ci hanno contattato chiedendoci di far arrivare un sostituto, anche se all’ultim’ora: era l’ unica chance per non mandare in  fumo la loro costosa promozione. Avevamo  meno di 48 ore per risolvere il rebus. Nonostante alcune rapide ricerche fatte a livello internazionale, non si approdava a nulla in così poco tempo. Ma ecco che Diego Calzolari, su indicazione di Mario Zanotti, pare avesse a disposizione un  giovane atleta che sarebbe  stato disposto ad accettare il match. Detto fatto. Si arriva ad avere la certezza per questo match verso le 21 martedì 7 Febbraio. Il giorno dopo, fatti i biglietti aerei, Calzolari e Lasiri si imbarcano per la Serbia dove il giorno successivo avrebbero sostenuto l’incontro.
Joseph Lasiri è un giovane di origini marocchine, piuttosto alto per il suo peso (milita anche nei 54 chili), ma molto promettente e spettacolare. Arrivati a Belgrado, sono intercettati dall’organizzazione serba e portati a Jagodina, dove vi arrivano la sera tardi. L’incontro con Boban Marinkovic è previsto alle ore 16 del giorno dopo. Pensavamo che fossimo riusciti a metterci almeno una pezza, come si suol dire. Ma la performance dell’italiano è andata al di là di ogni più rosea   aspettativa. Innanzitutto combatteva in una disciplina, la Low-kick, che non era la sua, visto che lui era uno specialista di Muay Thai.
In secondo luogo, effettivamente non c’era stato il tempo materiale per preparare l’incontro. Va quindi subito detto che Jospeh ha stupito il foltissimo pubblico presente con una prestazione magistrale, piena di orgoglio, di determinazione, di tecnica e di coraggio. E’ partito subito benissimo l’italiano che ha stupito l’avversario per le sue tecniche di calcio e la sua grinta, tanto che nella seconda ripresa è riuscito a mettere in difficoltà Boban con potenti calci alle gambe che a detta di Calzolari avrebbero meritato un conteggio di Marinkovic. Il match era bellissimo, con gli atleti che si scambiavano colpo su colpo, in un testa a testa affascinante. A partire dalla terza però, il serbo (ovviamente più allenato alla distanza) è uscito con buone serie  a due mani e nella quarta e quinta anche con duri colpi di calcio alle gambe. Ed è solo grazie a questo che alla fine Marinokovic ha vinto per “split decision” – 2 giudici a 1 -, il titolo mondiale.
Bravo dunque a Joseph, che si è dimostrato un atleta di talento e che certamente merita una rivincita, brasiliano permettendo.