11/05/2010 - 20.01

LA PIU' GRANDE, LA PIU' BELLA, LA PIU'...STRAVAGANTE

The Sheik of Dubai Sport City

Sportaccord (ex Gaisf) ha   scelto Dubai come sede per l’appuntamento annuale 2010

 

LA PIU’ BELLA, LA PIU’ GRANDE, LA PIU’…STRAVAGANTE

 

 

Da un villaggio di pescatori e in soli 40 anni, è nata una delle città più cosmopolite e interessanti del mondo. Ma che follie!

 

 

di Ennio Falsoni

 

 

Ero già stato a Dubai ben 10 anni or sono, di ritorno dall’Oman dove organizzammo, in occasione di un’importante Fiera Internazionale, una serie di avvenimenti di kickboxing, tra cui qualche titolo mondiale Wako-Pro. E già allora, l’idea che mi ero fatto di questa straordinaria città, era che fosse guidata o da un genio sognatore oppure da un pazzo scatenato. Ero stato impressionato da un grande magazzino dove all’interno c’era (ma esiste anche oggi) una breve pista da sci. Ero stato impressionato dal più grande e fornito Duty Free del mondo all’aeroporto di Dubai, un immenso aeroporto collegato con le principali destinazioni del mondo. Ero stato impressionato dall’albergo Buji Al Arab, l’hotel a 7 stelle che si staglia come una vela proprio in mezzo al mare, un albergo di un lusso incredibile, con rubinetterie in oro, marmi formidabili, ristoranti carissimi che grazie ai prezzi selezionano da soli la clientela. Ero stato impressionato anche dal traffico, dalle luci del centro e, soprattutto, dalle centinaia e centinaia di gru che si stagliavano all’orizzonte, a dimostrazione che la città stava crescendo. E che crescita!

Stravaganze. Almeno così mi parevano.

Vi sono tornato   la fine   di aprile, dove Sportaccord, l’organizzazione formata dal CIO, dalle organizzazioni degli sport estivi e invernali e l’ex Gaisf, ha organizzato l’annuale meeting di tutti i dirigenti delle Federazioni Internazionali riconosciute. E’ un’idea che sta avendo un crescente  successo, perché dà modo ai principali dirigenti dello sport mondiale di ritrovarsi, di discutere dei loro problemi, di relazionarsi l’un l’altro, di fare progetti, di seguire eccellenti lezioni di grandi esperti di marketing piuttosto che di comunicazione. Insomma, il posto giusto per sapere dove va lo sport mondiale, per fiutare il vento, le novità, per cercare poi di fare le scelte giuste per la propria organizzazione sportiva.

Il meeting è avvenuto all’Atlantis Palm, un faraonico albergo un po’ kitsch costruito nella prima Palma collocata sul mare di Dubai, alla moda di Las Vegas. E’ un albergo che contiene 1500 stanze e che quindi può ospitare, da solo,  oltre 3000 persone. All’interno, tutto richiama il mare, dalle enormi conchiglie che fungono da fontane disseminate un po’ ovunque, ai colonnati, alle pitture alle pareti, all’enorme acquario che accoglie con la sua infinita varietà di pesci la clientela che va verso uno dei 5 ristoranti dell’hotel.

Sono venuto sin qui oltre che per gustarmi Dubai con un po’ più di tranquillità che in passato, soprattutto perché il 27 aprile c’è stata la riunione delle Federazioni Internazionali raggruppate nel progetto dei primi “World Combat Games” che avranno luogo, ormai è sicuro, dal 27 agosto al 4 settembre a Pechino negli stessi palazzi dello sport e negli stessi alberghi che hanno ospitato le Olimpiadi di 2 anni fa.

La delegazione cinese ha presentato un video che mostrava l’avanzamento dei lavori di preparazione per i prossimi Giochi. Sono certo che saranno un grande spettacolo anche perché esso sarà fornito dal fior fiore degli atleti di 13 sport da combattimento diversi, da oltre 1000 volontari, da altre migliaia e migliaia di aficionados dei vari sport da 60 paesi diversi dei cinque continenti, tanti ne sono coinvolti in questi Giochi!

Ma , finita la riunione con tutti i dettagli della partecipazione di  1560 persone tra atleti, coach e dirigenti (120 per ognuna delle 13 Federazioni coinvolte) che verranno completamente spesati dal comitato organizzatore dei Giochi (e senza contare quelle che ogni federazione si porterà appresso in più sia per necessità che per diletto), ecco che ho avuto  ancora tempo per visitare Dubai.

L’opportunità me l’ha offerta un gara di golf a squadre che è stata organizzata ad uso e consumo dei partecipanti alla Sportaccord Convention. Siamo saliti su un bus a due piani (come i double-decker buses  di memoria londinese) e siamo partiti alla volta del campo di golf che due anni or sono ha costruito Ernie Els, un golfista sudafricano molto noto e tra i migliori giocatori al mondo ancora in attività. Erano le dieci del mattino e la nostra gara sarebbe cominciata alle 13.  In quel lasso di tempo ci hanno portato a fare un giro turistico con tanto di guida che ci illustrava le meraviglie della città.

Lasciato l’Atlantis e uscendo dalla Palma, si ha modo di notare come – nonostante l’enorme  spazio a disposizione -, le costruzioni anche di un certo tono elegante, siano una vicina all’altra, quasi ammassate. Percorrendo  la Emirates Roard, che è la strada principale che attraversa tutta Dubai da una parte all’altra come una grande autostrada a 6 corsie per parte , ci si imbatte nel  Dubai Mall che è un grande magazzino 6 volte più grande di quello che avevo visto io dieci anni prima, nonché la costruzione di un nuovo Mall che sarà 6 volte più grande del Dubai Mall!

Quindi la  costruzione più alta al mondo (almeno per il momento): la Burj Khalifa, di 160 piani, con un design fantastico che impressiona per la sua idea di leggerezza, un monumento alla tecnologia moderna e che mi è rimasto impresso perché la prima cosa che si nota è…l’Armani Hotel Dubai ideato da quel genio di Giorgio Armani che ci fa sempre sentire fieri di essere italiani.

L’Hotel è stato inaugurato proprio nei giorni in cui ero lì. Armani ha un socio in questa impresa, uno sceicco di turno   che si chiama Mohammed Alabbar che a mio avviso ha fatto una vera e propria  “joint venture”, ossia lui  ha messo i soldi mentre Armani ci ha messo il nome, il gusto raffinato, la scelta dei materiali e degli arredi. Pensate che in questo albergo  il prezzo minimo di una camera va dai 1000 Euro al giorno ai…13.000 per una suite di 300 metri quadrati (una di queste è sempre a disposizione di Re Giorgio)! Un altro trionfo del made-in-Italy nel cuore degli Emirati insomma.

Vicino a questa Torre altissima, tutta una serie di grattacieli da fare invidia a Manhattan. Ma l’unico piccolo problema è che la maggior parte di essi non è ancora finito, quindi è vuoto così come sono vuoti la maggior parte degli immobili che continuo a guardare mentre ci dirigiamo ad un altro faraonico progetto: la Dubai Sports City, ossia la Città dello Sport, una vera e propria città nella città, tutta una serie di abitazioni, hotel, campi di calcio, da tennis, da cricket e per tutti gli sport possibili e immaginabili, capace di ospitare 60.000 persone. Quando lo Sceicco Khalid Al Zardoni ci ha illustrato il plastico del progetto, mi è subito venuta alla mente la possibilità che Dubai voglia concorrere in futuro ad ospitare una Olimpiade. Non lo hanno detto chiaramente, ma è ovvio che con tutte le strutture di primissima qualità che stanno costruendo, questa città dello sport potrebbe tranquillamente offrire tutto ciò che è necessario per lo svolgimento di un evento sportivo del genere. Per il momento, stanno tirando su palazzi e palazzi in un irrefrenabile processo.

Dubai Sports City è ancora un cantiere a cielo aperto, così come la nuova Dubai   dove c’è un sacco di polvere in giro che avvolge  tutta la città. Assistiamo poi a un filmato su una proiezione della vita Dubai Sports City  dove si vedono alberi, siepi, laghetti, gente comune che affolla bar e ristoranti, insomma c’è il progetto di fare di Dubai Sports City una città integrata a tutti i livelli, vivibile, con tutto ciò di cui hai bisogno per fare affari o per fare dello sport.

Auguri!, mi sono detto tra me e me.

E finalmente siamo al campo di golf e francamente non vedevo l’ora di giocare. Il campo è un classico links e per chi non mastica di golf dirò subito che si tratta di un percorso come quelli che si trovano in Scozia vicino al mare, ossia campi senza alberi e cespugli,. Il percorso è mosso (ossia i piedi non sono quasi mai in piano)  , con tanti bunker, con green difficili e veloci. E’ un percorso divertente. Ma mentre giocavo, davo sempre un’occhiata in giro e anche qui, cosa vedevo? Case, case, case, una attaccata all’altra. Ma come diavolo si fa a concepire una cementificazione simile? Mi chiedo. Ma a chi venderanno mai delle case di quel genere? Chiedo il prezzo ad una dell’organizzazione che essi variano da un minimo di 750.000 dollari americani per 3 stanze e tre bagni a un massimo di 2 milioni. Mica bruscolini. Penso che un europeo dovrebbe essere pazzo ad acquistare a Dubai, però non è detto. L’unica cosa che mi lascia allibito è che molte di quelle case, almeno in questo momento, hanno sì da una parte la vista sul campo di golf che è assolutamente distensiva visto il bel verde intenso dell’erba, ma sul retro, esse danno tutte sul…deserto.

Signori, questa è la Dubai attuale.

Lo Sceicco  di Dubai, Sua Eccellena Hamdan Bin Mohammed Bin Rashid Al Maktoum   che l’ha concepita e fatta costruire, sa che il petrolio di quelle terre sta per finire. Ha pesantemente investito buona parte dei suoi averi  dunque sul futuro di quella parte del mondo, ha investito in infrastrutture, in cose stravaganti certamente, ma soprattutto inseguendo il sogno che Dubai viva per sempre grazie ad altre fonti di entrata.

Ci riuscirà?

Nonostante la crisi   economica sia  visibile anche a Dubai , dove molte costruzioni si son dovute fermare (si vedono un sacco di gru inoperose), nonostante il disastro immobiliare rischi di esplodere (è dovuto ricorrere ad un prestito  di 10 bilioni di dollari per portare a termine la Torre più alta del mondo, soldi che gli ha dato lo Sceicco Khalifa appunto – di qui il nome dato alla Torre -, che è lo Sceicco di Abu Dabi, la capitale  degli Emirati), Al Maktoum ha il sogno di rendere Dubai una delle destinazioni turistiche più ambite al mondo.

A mio avviso Dubai rappresenta oggi il volto più occidentale possibile del mondo Islamico e al di là degli eccessi di eleganza e di ricchezza, delle stravaganze, credo valga la pena, per tutti noi, che lo Sceicco abbia davvero ragione e possa portare a termine con successo quella sua grande scommessa.

Dubai val bene un viaggio. Sarà certamente un’esperienza per tutti . Ma attenti a scegliere bene il periodo:

per 2/3 mesi all’anno, le temperature raggiungono anche i 45 gradi all’ombra.