21/02/2008 - 11.56

PROFILO GRECO

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Profilo greco, occhi neri e mediterranei, che trasmettono il calore della sua Sicilia, lineamenti gentili, simpatia a gogò. Un ragazzo normale, un campione, niente di meno che il numero uno al mondo in kickboxing categoria semi-contact. É per l’appunto italiano, palermitano, classe 1983, nato sotto gli auspici del Cancro. Incontrarlo a Milano è capitato per caso, eppure è meneghino da quasi un anno; ai suoi allenamenti in vista delle competizioni, alterna la vita in università e in palestra; laureato a Padova in Psicologia dello sport, ha vinto una borsa di studio per il XIV master sempre in Psicologia dello sport e, cultore della materia in facoltà, mira a continuare la sua formazione accademica; nel tempo che gli rimane è consulente presso alcune aziende, e personal trainer in una palestra nel centro di Milano.

Gregorio Di Leo, soprannominato “Grillo”, categoria -69Kg, specialità semi-contact, è già tre volte Campione del Mondo (Parigi 2003, Szeged Ungheria 2005, Coimbra 2007) e due volte Campione d'Europa (Maribor 2004, Lisbona 2006), 5 volte vincitore della Coppa del mondo, 2 volte primo agli Open; tra gli altri innumerevoli trofei vale la pena menzionare il Golden Belt del 2005 e il Golden Glove del 2007; è stato inoltre l’unico atleta italiano a combattere e vincere a livello professionistico in una squadra americana (Vincitore Amerikick International, gara a squadre, Atlantic City). Le sue caratteristiche sono la velocità nei blitz, per questo i tifosi non esitano a chiamarlo “blitz man”, la bravura a schivare e stancare l’avversario, l’invisibilità e la pulizia dei colpi, l’elevazione nel salto, la tecnica perfetta in ogni attacco; con Grillo la kickboxing diventa uno sport piacevole al quali assistere, sembra di veder danzare un grillo, volare un colibrì; il ritmo, la leggerezza e leggiadria con cui si muove appassionano il pubblico, sempre più presente e caloroso alle sue gare. Incontrare un numero uno in tutta semplicità, lontano da quell’aria di falso glamour che circonda spesso sport più conclamati, ci ha disarmato e sorpreso.
Soprattutto perché la kickboxing è uno sport che sta prendendo piede, e si rivela più che mai attuale per tutti quei valori umani ed etici, che ora sembrano un po’ svanire in altre discipline. Con la kickboxing si ritorna agli albori dello sport, e la mente corre a quei tempi lontani in cui a Olimpia, a Maratona, si combatteva con regole essenziali e non brutali e dove, oltre alla lotta e al rispetto per l’avversario, giocava un ruolo fondamentale l’estetica, e la bellezza, non solo degli atleti, ma del modo di combattere. É uno sport ancora genuino, pulito, rigoroso, non è noioso, ma, al contrario, è spassoso, assolutamente divertente, nasce dalle arti marziali, ed è alla portata di tutti, ritempra lo spirito ed il corpo, fortifica, vi è persino chi lo pratica come rimedio anti-stress (per lo più gli adulti), mentre agli adolescenti può offrire una valida alternativa ai momenti di solitudine, e può donare l’ebbrezza di diventare, se pur per un breve attimo, degli eroi.

Gregorio non si smentisce mai, dal 2001, da quando è entrato in nazionale, non ha deluso le aspettative del suo primo amico ed allenatore Giampaolo Calajò, del CT della nazionale Gianfranco Rizzi, e dei suoi colleghi campioni, Marco Ferrarese ed Emanuele Bozzolani. Ed è proprio grazie a loro, e a Grillo, e al team Best Fighter, e a tutte le squadre locali, come l’AiKya di Palermo, che la nazionale italiana è tra le prime tre in Europa, e si contende il primato con l’Ungheria e l’Inghilterra. Dunque l’Italia non è solo calcio… ma è anche arti marziali, è kickboxing, è molto di più.