RICORDANDO FABIO FONTANELLA
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La nostra Federazione sotto shock
FABIO FONTANELLA DECEDUTO TRAGICAMENTE
Aveva solo 47 anni, ma un terribile invisibile avversario lo ha ucciso a casa sua.
di Ennio Falsoni
Dacché viene al mondo e comincia a capire cos’è la vita, l’uomo sa che prima o poi dovrà morire, che la morte dunque è l’altra faccia della stessa medaglia. Ma ovviamente un conto è morire nel proprio letto per vecchiaia dopo aver portato a termine una vita magari nella quale hai espresso le tue potenzialità, hai realizzato qualche sogno, insomma hai vissuto e operato al massimo delle tue capacità, hai lasciato un segno;un conto è morire nel mezzo di questo percorso, così banalmente, così improvvisamente e tragicamente. Come è successo a Fabio Fontanella. Ed è questo che lascia esterrefatti, sgomenti. Il credente può allora trovare consolazione pensando che è Dio che ci dà la vita ed è sempre Dio che ce la toglie. Ma chi non ha fede, non può accettarlo facilmente. Lo chiama “destino”, “fatalità”, e comunque la si voglia chiamare è una vera tragedia. Per lui e per chi resta a ricordarlo, come le figlie, l’ex moglie, la compagna. E pensare che ci sarebbe voluto così poco per salvarlo, bastava, forse, …aprire una finestra. Ma a lui è mancata la lucidità necessaria per farlo. Che peccato!
Fabio era infatti tornato a casa dalla solita, intensa attività giornaliera. Era un iperattivo l’uomo, impegnato in un sacco di cose. Nel suo lavoro che lo portava a girare per tutto il Lago Di Garda,nell’attività sociale e infine, la sua grande passione, quella di essere diventato un noto Maestro di Kickboxing e di Ju Jitsu. Si era svegliato presto, quel 31 Dicembre perché stava poco bene. La sua compagna gli aveva addirittura provato la febbre, ma anche lei si è accorta forse che qualcosa non andava per il verso giusto perché non riusciva a leggere il termometro. Ha allora telefonato ai Carabinieri, ma che non possono uscire in quei casi a meno che ci sia stata un’infrazione o un assalto alla loro casa. Qualcuno deve aver detto loro di dare un’occhiata allo scaldabagno, forse già avevano intuito – guardate la fatalità delle cose – che quella poteva essere la causa. Fabio continuava a stare male, ma dev’essere allora andato nel vano della cantina dove c’è lo scaldabagno. La stanza doveva essere già satura di monossido di carbonio e la ulteriore zaffata che deve aver respirato dev’essergli stata fatale. E’ svenuto. La compagna , anche lei ormai stremata, ha trovato le ultime forze per telefonare ai Vigili del Fuoco prima di svenire a sua volta. L’hanno salvata, insieme ai due figlioletti, per un pelo, ma per il povero Fabio non c’è stato nulla da fare. Il monossido di carbonio che è invisibile ed inodore, è tremendo e non lascia scampo.
Nella chiesa affollatissima, il 5 gennaio scorso, c’erano molti esponenti di FIKB che si sono ritrovati con tutto lo stato maggiore della WJJKO Italian Management, diretto da Maurizio Silvestri. Vi erano grandi e piccini anche del suo club e molti maestri portavano con sé in chiesa, novelli Samurai, le katane con cui si allenano. Davvero stridenti quelle Katane, anche se so che erano degli oggetti formali, un modo simbolico per ricordare il loro amico. Ma con quelle, contro il monossido di carbonio, non c’era proprio nulla da fare.
Fontanella era solito dire che nella sua vita aveva avuto due maestri: Silvestri appunto, per il Ju Jitsu, e Falsoni per
Aveva solo 47 anni, dannazione.
Abitava a Rivoltella, alle porte di Desenzano dove svolgeva la sua attività marziale nella società che portava il suo nome, la “Fontanella Ju Jitsu and Kickboxing School” dalla quale sono usciti tanti atleti che si sono poi messi in luce nel circuito nazionale e internazionale come Capobianco, Marsiglia e tanti altri. Sono sicuro, avendo lavorato bene, che qualche suo stretto collaboratore saprà portare avanti i suoi insegnamenti e a perpetuare il suo ricordo.
Finché potremo, noi faremo la nostra parte in tal senso. Ciao Fabio.