01/06/2009 - 19.11

STRUGAR-DZILDZIC 3 : LA VENDETTA!

Ivan-Salko 2008

 

In Montenegro, nella capitale Podgoriça

 

STRUGAR-ZDILDZIC 3: LA VENDETTA !

 

In un palazzo dello sport stracolmo, il campione montenegrino mette k.o. nella quarta ripresa il suo acerrimo avversario e ritorna in possesso della corona dei massimi leggeri.

 

di Ennio Falsoni

 

In pochi altri posti al mondo mi sento fiero di essere presidente una federazione mondiale come nei Balcani. In quasi tutti i paesi di questa regione, la kickboxing è uno sport popolare,amato e  seguito attentamente dai media  come altri grandi sport molto più ricchi e conosciuti del nostro. Le conferenze stampa sono sempre molto gremite, i telegiornali mandano delle brevi notizie  con i relativi filmati, ho frequenti e garantiti incontri con le massime autorità sportive e politiche di quei paesi. Insomma, mi fanno sentire un personaggio  importante. E ciò non mi dispiace, ovviamente.

E’ successo ancora in Montenegro. Arrivo  nel primo pomeriggio  di  lunedì 25 maggio a Podgoriça, capitale del Montenegro. Mi prelevano all’aeroporto, mi portano in albergo e, il tempo di cambiarmi, che alle ore 17 ho l’incontro con Milo Djukanovic, primo ministro del paese che solo due settimane prima aveva ospitato, nella  sua residenza, nientemeno che  Silvio Berlusconi. La ragione,oltre al fatto che Djukanovic sostiene   Ivan Strugar che è un eroe sportivo locale,è che questo piccolo paese sta faticosamente cercando di entrare nella comunità europea e utilizza anche lo sport come vetrina del paese, come veicolo pubblicitario, come dimostrazione delle loro capacità organizzative e  tecniche, e pertanto vorrebbe poter ospitare un campionato europeo o mondiale della WAKO nei prossimi anni. Il primo ministro Djukanovic, oltre a garantirmi il suo personale appoggio all’iniziativa, ha altresì confermato che si sta operando perché arrivino in Montenegro  nei prossimi anni qualche compagnia aerea low-cost che faciliterebbe l’afflusso di turisti e quindi anche di sportivi nel paese.

 

 

L’indomani mattina, giorno dell’incontro   della terza sfida tra il detentore del titolo mondiale di low-kick al limite di 85 chili, il bosniaco Salko Dzildzic e l’ex campione Ivan Strugar, alle 10.00  sono ricevuto dal sindaco di Podgoriça stessa  Marco Mugasha insieme ai dirigenti della Federazione montenegrina e alle 11.00 siamo in conferenza stampa con tanto di interviste alle radio e alle televisioni locali.

Il tempo di riprendermi e mi trovo al palazzo dello sport di Podgoriça per quella che rischiava di essere una giornata indimenticabile per qualcuno.

Ivan Strugar, 34 anni suonati, con una carriera lunghissima alle spalle  costellata di successi incredibili (detiene il record di titoli mondiali  vinti in diverse categorie, dalla 75 chili – in cui militava ai tempi d’oro del nostro Daniele Petroni  di  Livorno con cui ha combattuto tre volte agli 85 chili, titolo che poi perse e per K.O. proprio a Tuzla, la città di Dzildzic, l’anno scorso -), era certamente al “turning point” della sua carriera. Avesse nuovamente perso contro il più giovane avversario, penso francamente che avrebbe appeso i guantoni al classico chiodo. Ma evidentemente Strugar non ci pensava nemmeno di poter perdere quella sera, perché anche in conferenza stampa aveva pronosticato che avrebbe riportato a casa il titolo che già gli era appartenuto.

E quando parlava, aveva il volto teso, lo sguardo fisso dell’  atleta  super concentrato.

Salko è un ragazzo d’oro, tranquillo, sempre sorridente. Si era allenato moltissimo, stava bene, e anche lui era “confident” che avrebbe mantenuto il titolo e avrebbe rimesso Strugar K.O.

Come sempre succede, il ring avrebbe dato il suo inappellabile giudizio di lì a poche ore. E l’ha dato, puntualmente.

Il primo incontro   tra i due si era svolto tre anni fa nel bellissimo albergo “Splendid” di Budva, la Montecarlo del Montenegro com’è stata ribattezzata. Fu una serata riservata ad un pubblico selezionatissimo di 600 spettatori durante la quale il match fu sempre nelle mani di Strugar che rintuzzò l’attacco di Dzildzic vincendo chiaramente ai punti. Ma Salko non stava bene, mi dissero, quella sera. Infatti nel   secondo incontro, che avvenne  a Tuzla tra 8000 spettatori, il loro beniamino mise K.O. il campione del mondo e il pubblico letteralmente impazzì dalla gioia  per quella vittoria. Podgoriça quindi, quella sera  avrebbe sancito chi dei due era il migliore. E non aspettavamo altro.

Dopo 5 incontri, alcuni dei quali  tra giovanissimi veramente inguardabili (tanto che mi chiedevo chi diavolo avesse mai fatto quel match-making!) e 2 buoni incontri (mi sono piaciuti il bosniaco Emkic che ha vinto ai punti sul croato Bozic, e il croato di origini kosovare Preteni che ha battuto il bosniaco Tufekcic), finalmente fanno il loro ingresso i due contendenti tra musiche assordanti, fuochi d’artificio, fumo e luci. Il pubblico montenegrino  è veramente campanilista e  poco sportivo e quando Dzildzic sale sul ring è ricevuto con una selva di fischi e booo! Ma né lui, né i suoi corner-men ci fanno caso. Evidentemente erano preparati a quell’inciviltà sportiva.

Noto che Strugar, quando sale sul ring, indossa   la stessa t-shirt con la scritta Yugoslavia sulla schiena che usava quando era  un membro di quella  nazionale. Era un vero e proprio reperto storico ed evidentemente la indossava   perché benaugurante.

L’arbitro centrale dell’incontro è stato il serbo Simurina , mentre i giudici erano il croato Igor Beziak, l’italiano Flavio Brivio e l’ungherese Laszlo Gregor: un quartetto di persone assolutamente neutrali.

Beh, devo dire che l’incontro è stato splendido, all’altezza delle grandi aspettative, pieno di tensioni, di tecniche di grande potenza e velocità d’esecuzione, di grande determinazione da parte di entrambi gli atleti che hanno offerto uno spettacolo che da solo valeva il prezzo del biglietto ( “ E’ per questo che abbiamo offerto dei match scadenti: la gente voleva vedere solo questo!” – mi ha detto poi Boban Nikic l’organizzatore  montenegrino-“).

Salko , più flessibile di Strugar, metteva in mostra ottime tecniche di calcio  di cui uno splendido calcio diretto al viso di Strugar che lo ha fatto volare all’indietro  nel corso della terza ripresa. Avendolo già messo K.Ol. di pugno, cercava sempre il colpaccio ma le sue pesanti bordate   sono state tutte schivate da un attentissimo Strugar. Per contro l’idolo locale piazzava pesantissimi calci circolari sulle braccia del bosniaco e a più riprese era andato a segno al tronco, tanto che Salko aveva il costato tutto arrossato a sinistra. Ma nella quarta ripresa, ecco il capolavoro. Dopo una serie di calcioni lanciati ancora al tronco ( tra cui un paio di laterali andati a segno), Ivan lancia il suo circolare destro. Salko è convinto che arrivi ancora al tronco e inspiegabilmente (forse perché erano calci veramente pesanti) abbassa  per una frazione di secondo entrambe le braccia per bloccare l’azione. Ma il calcio di Strugar va a stamparsi perfettamente sulla parte sinistra della testa di Salko che, come colpito da una mazza da baseball, crolla pesantemente al suolo. Strugar è velocissimo ad andare all’angolo neutro dando la possibilità  all’arbitro centrale di  cominciare il conteggio che appare subito impietoso, mentre il pubblico va in visibilio. 8-9-10 scandisce Simurina: è K.O.! Salko, che aveva tentato di rialzarsi, ondeggia sulle gambe, ha lo sguardo un po’ fisso e probabilmente si stava chiedendo come diavolo recuperare in pochi secondi. Stava richiamando tutte le sue energie su quella possibilità, ma  si vedeva chiaramente che non   poteva farcela a  continuare.

Entrano sul ring i secondi di Dzildzic e lo fanno sedere all’angolo mentre Strugar non sta più nella pelle dalla gioia. Come spesso succede, salta sulle corde  agli angoli del ring e riceve il meritatissimo  tripudio della sua gente. Che gioia che dev’essere stata per lui, che sollievo per il suo futuro! (Si parla già di provare a vincere   il titolo mondiale anche   nella categoria superiore degli  88,200  chili). Due ore dopo la manifestazione, arriva al party coi suoi amici intimi che   gli fanno da corte. Ci salutiamo affettuosamente mentre mi congratulo con lui, ha ancora lo sguardo fisso e i muscoli del viso tirati che già gli avevo visto alla conferenza stampa. Non mangia, beve solo un succo di frutta. E mentre lo guardo penso tra me che Ivan, quella notte, sicuramente non riuscirà a dormire.

 

Nella foto, Strugar Dzildzic sul ring di Tuzla, quando il campione montenegrino perdette il titolo.

Nei prossimi giorni, troverai   le immagini   relative all'ultimo incontro.