22/04/2009 - 11.31

UN CIRCO A 9 PISTE

Flash

Ben 1200 i finalisti a questa edizione 2009, di cui 300 giovanissimi e tante donne (il 30%)!

 

di Ennio Falsoni

 

Il successo di ogni evento è basato sui numeri e non sulle…favole. Vi sono organizzazioni che sulle riviste specializzate  pubblicizzano numeri fantasmagorici, partecipazioni inverosimili e pare che si beino di tanta possa. E’ invece un mio costume, specie quando parlo con le Istituzioni, di non sparare cifre a caso, anzi di tenermi sempre al di sotto dei numeri reali proprio per evitare di fare brutte figure poi proprio con chi interloquisce con noi e collabora al successo dei nostri eventi.

E’ successo anche a Fiuggi dove, dopo aver previsto un migliaio di persone ai nostri campionati,  nella locale enorme tenso-struttura che pareva  da fuori un grande circo, FIKB vi ha portato ben 1200 atleti che con accompagnatori, coach, arbitri e giudici e staff di vario genere, superava abbondantemente le 1600 presenze. Ma al di là dei “numeri”, dell’enorme massa di persone coinvolte, quello che poi fa la differenza (abissale ormai) tra FIKB e gli “altri”, sta nella qualità degli atleti che prendono parte ai nostri campionati. Sono atleti, di ambo i sessi, che escono da qualificazioni regionali e interregionali, un’attività capillare che avviene in ogni parte del paese e che fa confluire ai campionati d’Italia il meglio dei 18.000 tesserati della Federazione: davvero un bel vedere da ogni punto di vista.

Dopo l’esperienza di Rimini dello scorso anno dunque, dove siamo stati criticati per non aver garantito uno spazio adeguato per le nostre necessità ai vari partecipanti, mi ero personalmente preoccupato che quest’anno ciò non avvenisse. Grazie al fatto che Paolo Liberati insegna in una palestra di Fiuggi, è stato proprio lui che mi contattò perché andassi di persona a vedere l’impianto che Fiuggi ha a disposizione, ed è ciò che ho fatto insieme a Massimo Liberati e a Mario Carella, il trio che ormai da 30 anni collabora con me nel Lazio.

Il Palafiuggi è una tenso-struttura di 5000 metri quadri che vista dall’esterno è come un grande tendone da circo, con ampi spazi all’interno. Vi abbiamo portato ben 7 tatami e 2 ring che insieme all’enorme podio che già avevamo usato nel corso dei Mondiali cadetti/Juniores di Napoli dello scorso anno, e agli stand delle case produttrici di materiali da kickboxing, hanno riempito la struttura e creato una bella coreografia all’interno, senza che agli atleti venisse a mancare un ampio spazio per il riscaldamento. Il nostro staff, dalle segretarie al ricevimento ai giudici e ai tecnici federali che si sono adoperati alacremente, ha poi fatto il resto lavorando all’unisono e in buona armonia e realizzando un’edizione degli Italiani di kickboxing davvero buona e memorabile.

Ovviamente, mentre mi accingevo a scrivere questo articolo, mi sono reso conto che ho certamente passato più tempo nel “dietro le quinte”, ossia ad occuparmi dell’aspetto organizzativo della complessa macchina, più di quanto abbia seguito  le evoluzioni dei diversi campioni che abbiamo.

E molto spesso, devo anche confessarlo, ho seguito degli spezzoni di incontro e quindi ho  in me un cumulo di sensazioni, di flash che riguardano i nostri atleti che tuttavia mi paiono significativi e degni di rilievo.

Innanzitutto sono rimasto piacevolmente sorpreso dal vedere quanti giovani (ben 350) e soprattutto quante donne (il 30% dei partecipanti!), praticano le nostre discipline. Conoscendo ormai i tanti titolari di maglia azzurra delle nostre specialità, sapendo che in genere finiscono  quasi sempre per   prevalere su questo o quell’avversario, trovo più piacere nel seguire le evoluzioni dei giovanissimi che a mio avviso sono formidabili. E’ stupefacente e impressionante la loro bravura. Esprimono un livello tecnico  ineccepibile, si muovono come gli adulti e al di là della grinta che sciorinano, della caparbietà con cui puntano alla vittoria, a superare l’avversario, quello che stupisce è la naturalezza del loro gesto atletico. Ho seguito la finale di Del Gaudio, (al limite dei 28 chili!), un frugolino di 10 anni, figlio d’arte (suo padre è stato un ottimo atleta di Karate della FIAM, la progenitrice della FIKB) e sono rimasto a bocca aperta! Così come non mi  stancherò mai di vedere combattere  i figli di Lanzilao (anche lui proveniente dal Karate di cui è stato un ottimo tecnico Fijlkam) – ben 3 di cui 2 femmine – primeggiare nelle rispettive  categorie.

Ma poi si capisce anche perché: lo stesso papà, Marco Lanzilao infatti, alla veneranda età di 45 anni, animato sempre da grande passione che trasmette ai figli, gareggia ancora (tanto per restare in forma e fintanto che si diverte)! Pensate che milita nei 74 chili dove ha vinto i suoi due primi incontri e incappando, ahi lui!, in Gregorio Di Leo, 3 volte campione del mondo e pluricampione d’Italia, che lo ha messo fuori. Insomma, signori, giù il cappello a questo longevo campione di sportività.

E visto che siamo in tema di semi contact, certamente la disciplina principe in questo momento in fatto di numeri a casa nostra, dirò subito che nella competizione a squadre che si è svolta il sabato pomeriggio, ha dominato la società di Gianpaolo Calajò, la Aikya di Palermo, che è riuscita a piazzare al primo posto le sue squadre sia nel torneo femminile che in quello maschile, mentre tra le cinture inferiori (giallo,arancio,verdi), ha prevalso un’altra squadra del Sud: quella di Giorgio Lico, la Thunder Pizzo Calabro. La gara a squadre è sempre molto godibile, a mio avviso tra le più spettacolari.

 

Infarcite di atleti di assoluto valore (tutti gli azzurri erano impegnati in questa gara), hanno elevato il tasso tecnico della competizione con la loro presenza e con la loro bravura. La Aikya annoverava tra la squadra maschile quei due autentici fenomeni che vanno sotto il nome di Andrea Lucchese e Gregorio Di Leo, i due pilastri portanti che hanno macinato tutti i loro avversari, sia nella competizione a squadre che poi, il giorno dopo, in quella individuale.

In finale la pur ottima squadra della Winner Team di Napoli di Gianni Di Bernardo che annoverava un altro grande campione Stella Neri, ha dato l’anima, ma nulla ha potuto contro i palermitani.

Nelle gare individuali, la vera sorpresa è venuta nei 50 chili femminili dove una juniores, la campionessa del mondo 2008 Giulia Cavallaro, del Thunder di Pizzo Calabro, ha messo in riga tutte le più titolate seniores, a partire dalla veneta Valentina Barbieri e dall’emiliana Valentina Scorsonelli.

 

Nei 55 chili, si è laureata campionessa d’Italia la palermitana Luisa Gullotti, allieva di Calajò, mentre nei 65 chili, ancora in  evidenza la catanese (di Giarre) Chiara Leonardi.

Insomma, i siciliani in grande spolvero a Fiuggi. Essendoci i Mondiali quest’anno, ho dato un’occhiata anche agli incontri dei titolari azzurri. Mi è molto piaciuto Mimmo De Marco, nei 69 chili. Il lombardo, dotato di un arsenale tecnico di primordine, è atleta molto spettacolare, tra l’altro è sempre uno dei più seguiti dagli  amanti di questa specialità proprio per questo. Lo si nota, perché quando combatte si forma sempre un nugolo di persone in torno al suo quadrato che è sinonimo dell’interesse che egli suscita.

La stessa cosa, per intenderci, è quello che succede quando combatte Andrea Primitivi nel Light contact. La spettacolarità della loro azione, la  rapidità dei movimenti, la facilità e  bellezza dei loro gesti tecnici fanno da magnete irresistibile per gli appassionati e per gli stessi altri atleti che magari a loro si ispirano.

 

Stella Neri, di Napoli, è altro atleta che arriva puntualmente in fondo a tutti i campionati d’Italia dell’ultimo decennio. Nei 79 chili nessuno è  ancora riuscito a batterlo nel nostro Paese in questo lasso di tempo. E pensare che combatte utilizzando praticamente una sola gamba, la sinistra: ma che gamba! Negli 89 chili invece abbiamo avuto una sorpresa, perché il pugliese Giuseppe De Marco, azzurro agli Europei di Varna, ha perso per 11-7 contro un altro atleta del Winner Team, Marco Natale. Chiude la trilogia dei campioni d’Italia seniores un veterano di mille battaglie ormai, quel Roberto Montuoro (direttore tecnico degli azzurri cadetti e juniores che ha magistralmente guidato nei Mondiali di Napoli) che, nei 94 chili è riuscito a vincere ancora una volta. Nei supermassimi infine, dopo che aveva già annunciato il suo ritiro dalle competizioni per raggiunti limiti d’età, non ce l’ha fatta a resistere al richiamo del tatami e si è presentato tra i giovani anche Andrea Ongaro, anche lui azzurro a Varna dove sarebbe dovuta essere la sua ultima apparizione. Inutile dire che Ongaro ha vinto anche a Fiuggi e probabilmente lo vedremo ai Mondiali di Marsiglia di fine Novembre. Incredibile, ma vero!

Nel Light contact, ho seguito le evoluzioni di Valeria Calabrese e di Adriana Tricoci, rispettivamente nei 50 e nei 55 chili. Valeria è anche campionessa del mondo di full contact, ma sul tatami potrebbe essere un’altra cosa in quanto la specialità è più tecnica. Nonostante la sua statura (che la penalizza a livello internazionale in questa specialità), Valeria ha dalla sua un incredibile senso del ritmo e un grande tempo che le permettono di sopperire alla mancanza di allungo e ha vinto in una categoria che presentava ben 9 concorrenti, sulla sarda Silvia Farigu.

 

Adriana Tricoci, allenata da Lello Pedersoli che ha appena aperto un grande club in Valcamonica, ha dominato nella sua categoria dall’alto di un’azione costante, precisa, puntigliosa. In finale ha regolato la piemontese Cristiana Zanicato.

 

 

Tra gli uomini, oltre al solito Primitivi (79 chili), mi ha sorpreso per l’intensità della sua azione il veneto Maicol Tiozzo dell’Euro Kickboxing di Chioggia  nei 69 chilogrammi che dopo aver messo fuori l’ottimo allievo di Tiziano Pugliese di Latina, Andrea Chianese,  meritatamente ha battuto in finale un altro azzurro che molti avevano previsto in oro: il cuneese Simone Concu. Il piemontese mi aveva confidato di non essere allenato al meglio. Purtroppo Silvano Cosentino, suo vecchio maestro, è attualmente il preparatore atletico di una squadra di pallavolo a Milano e non può più seguirlo come prima. Il fai da te, non sempre paga, come nel suo caso. Concu è stato comunque bravo, ma  il maggior fondo atletico di Tiozzo, in una categoria con ben 16 atleti  che hanno sostenuto quindi 4 incontri di 2 riprese di 2 minuti, ha avuto la meglio.

Chiaramente ho seguito solo pochi match nel contatto pieno, visto che ho passato più tempo a dirigere la baracca che a seguire gli incontri, ma quello che ho visto è stato davvero bello. Negli sport da ring, provenienti  da ben 4 fasi interregionali, erano arrivati  nelle finalissime di Fiuggi 154 atleti divisi nelle tre specialità della kickboxing: full contact, low-kick e k1 rules. (Notoriamente, in FIKB si può ormai  disputare solo 1 incontro ogni 24 ore e pertanto siamo stati costretti, dal nuovo regolamento sanitario, a far confluire a Fiuggi solo i vincitori delle fasi interregionali, 4 atleti per categoria al massimo che in due giorni si contendevano il titolo).

Ancora una volta, sono state le ragazze a sorprendermi per la loro bravura tecnica e anche per la loro potenza. Nella low-kick, Giovanna Iozzi (University of Fighting di Milano) e Vittoria Colonna, allieva di Daniele Malori del Kickboxing Roma Club, hanno dato vita ad un incontro di grande spessore. Alla maggior potenza pugilistica della milanese del club di Clod Alberton, rispondeva una maggior mobilità e una tecnica più completa della romana che ha prevalso di un soffio sull’agguerritissima rivale. Le due hanno dato vita ad un match di 3 riprese intensissimo e piacevole. Un’altra ragazza che è bello guardare combattere è Rossana Panipucci, atleta azzurra, anche lei della scuderia di Alberton che in finale ha piegato Emanuela Margutti della Pitbull Team. Panipucci ha un faccino grazioso, è carina, e a vederla fuori del ring, mai diresti che pratica kickboxing a contatto pieno. Invece è una grande appassionata di low-kick e sul ring si trasforma, diventa aggressiva, volitiva, pungente con quelle sue armoniche combinazioni.

Tra gli uomini, ho assistito ad un altro bel incontro di full contact negli 86 chili, quello tra il favorito Cristian Vedovelli e Vincenzo Spampinato della All Fight Fitness. Dicevo che Vedovelli era favorito sulla carta perché già campione d’Italia, già azzurro, insomma un atleta esperto. Invece Spampinato è stato molto efficace nelle sue ripetute azioni di braccia e nella terza ripresa ha costretto alla resa il laziale che non ha voluto alzare le braccia mentre Flavio Brivio lo contava .

Ecco, questo è  ciò che ho  realmente  visto (e  spero non me ne vogliano le centinaia e centinaia di altri atleti), ma penso che da quanto è stato detto, venga fuori quel bel quadro che sono stati gli Italiani 2009 a Fiuggi.