19/02/2013 - 18.47

Chiarimenti

Con mia grande sorpresa, riceviamo da Donatas Simanaitis, presidente della World Amateur K-1 Federation, un documento nel quale Mr. Mike Kim chiarisce alcune voci malevoli circa il rapporto che la WAKO avrebbe con la sigla K-1 giapponese che appartiene appunto allo stesso Kim.
Mr. Simanaitis, che evidentemente non conosce bene l’inglese, nella sua mail afferma addirittura che la WAKO userebbe illegalmente K1 (una grave illazione davvero!).

Ebbene Mr. Kim, sollecitato da Simanaitis evidentemente, desidera giustamente ricordare a tutti gli interessati che la WAKO non rappresenta il suo brand che lo stesso non ha rappresentanti ufficiali al momento (leggere l’allegato documento, please).

E infatti, chi lo ha mai detto? Chi ha mai sostenuto che la WAKO, improvvisamente, rappresenta il K-1 giapponese? Ovviamente , nessuno è mai stato così stupido dal dichiarare una cosa del genere.

E’ vero soltanto che tra la WAKO e Mr. Mike Kim, che è il proprietario del marchio K-1 nel mondo, c’è solo un rapporto di collaborazione mondiale che è stato siglato a Bucharest nel dicembre scorso e che abbiamo postato anche sul sito.
Tale accordo prevede un aiuto reciproco, laddove necessario. La WAKO mette a disposizione del K-1 giapponese le sue strutture nazionali, la sua logistica, per facilitare la promozione degli eventi K-1;
il K-1 arriva addirittura ad aiutare economicamente gli affiliati WAKO e ventila di concedere ad alcune nostre medaglie d’oro mondiali di poter partecipare ai tornei di qualificazione dei suoi Grand Prix.
Il K-1 riconosce nella WAKO “the sole governing body for amateur Kickboxing in the world” - ossia la Federazione amatoriale che è preposta a regolare lo sport denominato Kickboxing nel mondo - ; la WAKO riconosce nel K-1 giapponese la massima espressione professionistica di quello stile.

Tutto qui.

Ma come è nato dunque questo “announcement”? Nasce dal fatto che Donatas Simanaitis si è offeso per una intervista che io ho rilasciato alle televisioni moldave subito dopo l’incontro che ho avuto col vice-presidente del Comitato Olimpico che ho visitato la settimana scorsa. Da alcuni giornalisti televisivi locali, richiestomi cosa ne pensassi della Federazione amatoriale di K-1 di Simanaitis, ho semplicemente detto che era una delle tante piccole organizzazioni di kickboxing senza futuro. Qualcuno ha informato Simanaitis delle mie dichiarazioni e lo stesso ha preso cappello, cioè si è incazzato.

Sono forse sembrato un po’ troppo duro. Ma solitamente sono solito dire pane al pane e vino al vino. Ad essere schietti, talvolta si rischia di essere antipatici. E io lo sono certamente diventato per Donatas Simanaitis.
Pazienza, vedrò di sopravvivere.

Ennio Falsoni

(Nella foto sopra con il vice presidente del Comitato Olimpico Nazionale Moldavo, subito dopo l'incontro intervista con i media locali e foto di gruppo con i rappresentanti della Federazione di Kickboxing Moldava)

 
 

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