05/02/2013 - 11.34

Lettera aperta al Dott.Di Blasi: posizione ufficiale FIKBMS in rif.alle sue richieste

"Egregio Sig. Di Blasi,

in risposta ai suoi gratuiti, infondati ed offensivi attacchi alla mia persona, sia tramite siti internet di Oktagon e di KickRadio, sia tramite mail inviate indistintamente a tutto il suo indirizzario (ma di questo mi occuperò in altre sedi), mi preme informarla che, in tutta franchezza, pensavo bastasse leggere ciò che è stato pubblicato sul sito federale per capire, essendo di per sé evidente, che il Consiglio Nazionale NON è Falsoni-dipendente; con tale illazione, fondata sul nulla, lei dimostra di avere una scarsissima considerazione delle capacità intellettive degli attuali Consiglieri, persone innanzitutto per bene, intelligenti e capaci, com’è normale che sia, di completa autonomia di giudizio e decisionale.
Contrariamente a quanto lei sostiene da sempre, io non impongo il mio pensiero, anzi è l’esatto contrario perché su tutto ciò che ho detto e proposto in Consiglio, c’è sempre stato un gran dibattito. Pensi che io stesso avevo addirittura proposto di mantenere Giorgio Perreca tra i DT federali, così come Giorgio Jannelli o di inserire Roberto Fragale o di proporre personaggi come Michele Surian in questa o quella Commissione. E che tutti i miei consiglieri si sono dimostrati ‘sbalorditi’ per tali proposte, a significarle che ogni consigliere esprime il proprio parere (incredibile dictu! - direbbe lei -) e ogni decisione è stata poi presa collegialmente e democraticamente a ‘maggioranza’, annotando nel verbale di riunione chi c’era o non c’era, chi si è astenuto, chi è stato “contro” e chi è stato “pro”, su “qualunque punto dell’ordine del giorno”. Le garantisco, anche se lei non ci crederà, che nell’ambito dello scorso Consiglio, tutto è stato ampiamente sviscerato e soprattutto CONDIVISO, quindi la invito a smetterla di usare espressioni, del tipo “FederFalsoni”, prive di riscontro nella realtà e diffamatorie per chi, a differenza di lei (mi riferisco a tutto il Consiglio e tutti quanti collaborano per il buon andamento della Federazione), quotidianamente si impegna per migliorare le cose e non per distruggerle.
L’Assemblea Generale mi ha votato a larghissima maggioranza e pertanto si rassegni: la formazione delle nostre commissioni le ha fatte il Consiglio tutto, dopo ampia e democratica discussione. Chieda a qualche suo “amico” all’interno del Consiglio e vedrà che non potrà che confermarle quanto le sto dicendo. Tralasciando questo piccolo particolare, mi preme anche sottolineare che lei desidera sempre, senza che ciò le sia richiesto, dare il suo personalissimo parere su tutto. Ma si è accorto che lei non è più un consigliere di questa Federazione? Lei può ovviamente avere tutte le idee che vuole su questa o su quella questione, ma la prego di non spacciarle per idee “del gruppo” che lei – virtualmente – vorrebbe rappresentare, anche perché, contrariamente a lei, io ho rispetto per i suoi … ‘amici’.
Tra l’altro, lei accusa me di fare figli e figliastri o di non seguire le regole. Ma si rende conto che è lei ad avere comportamenti assolutamente contradditori? Tanto per farle un esempio: da consigliere era fermamente convinto che tutti gli atleti che salivano sul ring dovessero essere affiliati, con la loro società, a FIKBMS. Parlo di tutti coloro che erano iscritti alle sue selezioni di Oktagon, così come di quelli che riempivano i vari Gala. E’ bastato che lei non sia stato eletto nel Consiglio per questo quadriennio, ed eccola - lancia in resta -, a chiedere la più ampia libertà di andare a destra e a sinistra, di invitare chi vi pare e quando vi pare, di fare titoli sotto questa o quella sigla, (e non importa se di brand decotti e ormai senza seguito)!
Oppure, ci scrive indignato perché pare che in un recente campionato italiano di Muay Thai in un incontro non si sia usato il caschetto (mi dicono di averlo fatto solo perché in Tailandia, nel Mondiale WMF, nella classe Pro-Am non lo usano e si voleva fare altrettanto). Si vuole allora mettere di mezzo la Federazione Medico Sportiva e denunciare una presunta ns irregolarità quando lei, nel corso dell’evento di Glory a Roma, ha organizzato pullman di persone, attuato prevendite, organizzato una diretta televisiva con Raisport per un Gala dove gli 8 atleti, nel giro di poche ore, hanno combattuto 3 volte, contravvenendo palesemente agli attuali regolamenti medico-sportivi del Coni che, notoriamente, ci impongono di far combattere un atleta 1 volta nelle 24 ore!
Potrei andare avanti di questo passo, ma cito queste due perle perché sono di per sé significative del suo tentativo di obbligare questa Federazione a prendere una ferma posizione su fatti di quel tipo. Posizione che è stata ribadita nel corso della scorsa riunione di Consiglio. E gliela chiarisco , spendendo ufficialmente qualche parola sulla famosa “carta dei diritti dei promotori” che ci è pervenuta un paio di settimane fa.
Il fatto che io abbia telefonato a Stefano Stradella (così come ho chiamato Marco Franza ed altri personaggi che comunque reputo degli ‘amici’ - indipendentemente dalle scelte che faranno -) , è dipeso solo dal fatto che mi premeva chiarire col firmatario di quella ‘carta’ - e prima che avvenisse in Consiglio -, che quelle proposte erano provocatorie da una parte e praticamente inaccettabili per una Federazione Coni come la nostra. Mi sono anche sforzato di spiegare a Stefano che quelle richieste erano anti-storiche e che andavano pure a danno della categoria. E le spiego anche a lei, se avrà pazienza di leggermi.
Innanzitutto, proporre di accettare quella carta per me significa chiaramente che i richiedenti non sappiano come funziona una Federazione Coni né conoscano le sue regole. E di qui è partita la mia proposta che lui - in quanto capo di un gruppo - entrasse a far parte della Commissione Attività Promozionali (quella che ha preso il posto delle precedenti due, create subito dopo l’infausta proposta di creare Finet, se lei ricorda): proprio perché toccasse poi con mano, conoscesse cioè gli impegni e le regole che una Federazione Coni è chiamata a rispettare.
Non è una mia personale scelta che la FIKBMS non possa accettare che un suo associato non debba svolgere attività, nell’ambito delle discipline che essa coordina e promuove sul territorio italiano, con altre organizzazioni che non siano ad essa collegate o legate da convenzione: è lo Statuto nonché il Regolamento Organico (che ne è la sua spiegazione) che ci è stato imposto dal Coni stesso. E che è UGUALE per tutte le sue Federazioni. Se un karateka o un judoka hanno rapporti con altre organizzazioni al di fuori di quelle convenzionate Fijlkam, lei non ha idee di cosa capiti agli atleti! – tanto per farle un esempio -.
Poi, premesso che per “promotore” si deve intendere una A.S.D. iscritta magari pure ad un Albo del Registro Coni (e lei organizza Oktagon son la sua ASD Fenasco, così come Stradella lo fa con la sua e così via), va ribadito che questi ‘promotori’ altro non sono che società sportive dilettantistiche che, guarda caso, promuovono eventi per i quali poi chiedono contributi a Municipalità, Province e Regioni (e se non sei una ASD non puoi fruirne).
E allora, se dietro al ‘promotore’ c’è una ASD, significa che quella ASD è inserita in una Federazione e come tale ha tutti gli stessi diritti e gli stessi obblighi di tutte le altre, nessuna esclusa. Se ne deduce che in FIKBMS o tutti seguono le stesse regole, o nessuno. Mi pare di poter dire che TUTTI sono chiamati al rispetto delle regole, perché altrimenti non si va da nessuna parte.
Se invece di una ASD vi saranno - in futuro probabilmente -, delle SRL o delle SPA a promuovere attività da ring, mi creda, solo allora io sarò pienamente d’accordo con lei di organizzarsi una sua Lega Professionistica - in qualche modo sempre legata alla Federazione così come avviene per il Pugilato (ma veramente tale, quindi con contratti veri, pagamento di tasse ecc.) che possa operare trasversalmente con chi gli pare. Anche perché il fine allora dichiarato sarebbe il ‘business’. E che business sia!, in quel caso.
Ma fintanto che la scelta di assegnare o meno il “professionismo” ad una sua Federazione Nazionale (e la FIKBMS è inquadrata come DSA ancora almeno per 4 anni) spetta alla Giunta Coni, ritengo che… non ci sia “trippa per gatti” da questo punto di vista.
Ma ciò che chiede Stradella (alias lei), oltre che improponibile ad una Federazione Coni come la nostra e quindi inattuabile, è soprattutto anti-storico.
Il mondo degli sport da ring, di qualunque Federazione o associazione si parli, ha sempre guardato al mondo del pugilato come suo ‘mentore’. Nelle palestre di sport da ring (che siano di kick o di K1 poco importa), non si hanno “passaggi di grado” infatti, non vi è l’etica della palestra “marziale” per intenderci. Il sogno che viene inculcato all’agonista, in molte società è quello di diventare bravo e quindi ricco e famoso, alla Petrosian per intenderci. Non viene insegnato il sogno “della maglia azzurra” o di valori di quel tipo che sono invece propri del mondo “marziale” anche nostrano, di quegli atleti cioè che sanno a priori che non si guadagna nulla con lo sport che fanno e che quindi praticano per il piacere di farlo o per eventualmente difendere i colori della loro Patria.
Il sogno dell’atleta di palestra da sport da ring (in talune palestre, ben inteso), è dunque di evitare pure di fare attività dilettantistica. Ricordo in una riunione di Finet a Milano nel 2010 che un noto personaggio disse che i suoi atleti, dopo 3 incontri, erano già professionisti!
Ebbene, che fine ha fatto quella mentalità applicata al pugilato? Che fine sta facendo il pugilato professionistico? E perché è arrivato ad essere alla canna del gas e l’Aiba sta cercando di correre ai ripari spingendo sulle World Series nel tentativo di tenere vincolati a sé i migliori atleti?
Nella dissennata frammentazione delle forze pugilistiche migliori, nella pletora di sigle esistenti, si è distrutta la credibilità del pugilato (il vero grande danno!) che ora sta facendo fatica (parlo di quello professionistico) ad uscire dai guai in cui ci si è messo da solo. Certo, è cambiata anche la società in cui viviamo e la crisi socio-economica che stiamo vivendo rende sempre più difficile organizzare eventi di un certo spessore per il lievitare dei costi da una parte e per la scarsità degli sponsor e per la mancanza di televisioni che pagano diritti, assolutamente fondamentali prima, per la realizzazione di un qualunque evento importante.
Vogliamo finire così? No, grazie.
Abbiamo però deciso in Consiglio, questo sì, che nel caso di richieste particolari (richiesta di un incontro all’estero con questa o quella sigla, piuttosto che richieste per riunificazione di titoli, co-sanctioning e così via…) la commissione promozionale e il consiglio sono disposti a discuterne apertamente e di essere magari elastici sin dove è possibile. Tra l’altro, le ricordo che se nell’ambito della Kickboxing (K1 incluso dunque) – per norma statutaria -, la nostra Federazione ha un impegno in esclusiva con Wako e Wako-Pro, nell’ambito della Muay Thai così non è.
E se eventualmente verrà richiesto di organizzare titoli con questa o quella sigla nella Thai-Boxe o Muay Thai, la Commissione Promozionale e il Consiglio saranno molto più elastici da questo punto di vista. E’ stato ampiamente ribadito da tutti che, in ogni caso, il nostro interesse comune è di fare grande e importante QUESTA FEDERAZIONE e nessun’altra!
Tutti dobbiamo restare uniti e remare dalla stessa parte: questo il concetto fondamentale.
Se lo si accetta, questa Federazione è pronta ad aprire - su quelle basi -, un tavolo di lavoro che sia reciprocamente fruttuoso col gruppo che lei apparentemente rappresenta. In caso contrario, penso che ognuno debba andare per la sua strada ed essere coerente con le scelte che fa. Costi quel che costi.
A lei e al suo gruppo ora la scelta.

Restando a sua disposizione, porgo distinti saluti.

Ennio Falsoni

P.S. Ovviamente questa risposta ufficiale, proprio perché tale, verrà postata sul nostro sito federale e inviata a tutti i Comitati Regionali."