27/12/2007 - 11.47

NIENTE DA FARE PER SICILIANI

Si sono svolti in Puglia, a Lecce, giorno 9 dicembre 2007, organizzati dalla Tuttomercato.com S.r.l. di Fabio Fasano, la Coppa Italia di Muay Thai F.I.KB. ed il Mondiale di Muay Thai Wako Pro Italia Vs. Bielorussia.

Nella Coppa Italia si disputano incontri in tre serie differenti: 3° serie con atleti fino a 5 incontri, 2° serie con atleti da 6 incontri in su e 1° serie dove confluiscono gli atleti arrivati nei primi posti nel campionato dell’anno precedente.

Tutti gli incontri sono stati sorteggiati per evitare malcontenti tra le parti e nonostante il caso avesse scelto gli abbinamenti, abbiamo assistito ad ottime performance.

Grande l’entusiasmo degli atleti partecipanti e della folla accorsa da tutta Italia per assistere ad uno dei tre più importanti eventi validi per la selezione degli azzurrabili.

Lodevole l’apertura del Galà serale dove il “Gentil sesso” ci ha regalato un match emozionante che ha subito fatto capire il livello medio alto della serata.

Mondiale, in tutti i sensi!

Tecniche di gomito, calci e ginocchiate fanno capire ai meno esperti cosa è la Muay Thai.

Siciliani campione intercontinentale Wako Pro e Valent attuale detentore del titolo mondiale cat. 75Kg. Wako Pro, buona scuola entrambi, forti scambi già dal primo round.

Secondo round ancora più intenso e Terzo round deciso con la vittoria, per KO tecnico, del Bielorusso Valent. Decisamente appagante vedere che esistono ancora incontri dove emerge il gusto della vittoria, la ricerca della scontro ma soprattutto il vero senso sportivo delle gare ovvero il trionfo del più forte che abbraccia il rivale, entrambi fieri di aver sostenuto un grande match.  Per un atleta, che dopo tanti sacrifici e rinunce riesce a portare nel suo “Tempio Sacro” il Titolo tanto sognato, è un traguardo. Nulla da dire al “secondo arrivato”, e non al perdente, perché se pur sconfitto anche egli degno di un caloroso applauso. Grande apprezzamento dei presenti e i più vivi complimenti da parte di tutti hanno gratificato il duro lavoro organizzativo