14/03/2013 - 18.53

E' ora di dire basta! Ognuno per la sua strada

di Ennio Falsoni

Seppur controvoglia, mi vedo costretto ancora una volta a rispondere ufficialmente a Carlo Di Blasi (ma prometto di non farlo più) che non perde tempo ormai ad attaccare la mia persona, e la Federazione che rappresento, per puri scopi personali.

Leggo infatti una sua lettera aperta, inviata a tutti, dal titolo “Facciamo Chiarezza” che se da una parte non mi sorprende affatto (perché sapevo da tempo dove volesse arrivare), dall’altra contiene un sacco di inesattezze che mi affretto a chiarire al fine di essere poi tombale su cosa vuol fare questa Federazione e dove vuole andare coi suoi sport da ring.

Innanzitutto vorrei  mettere in evidenza  il modo in cui  Carlo Di Blasi interpreta la “democrazia” (una parola che lui usa molto,  ma a modo suo), valore che è sempre vissuto nella Federazione che presiedo e che desidero rimarcare. Prima, all’interno della stessa, da consigliere - ossia da dirigente importante  -  muove una guerra personale contro di me per cercare di mettere le mani sulla Federazione, poi,  quando perde sonoramente in assemblea (sono stato votato da oltre il 70% degli aventi diritto di voto), se ne va dando le dimissioni. E perché?

Perché qualcuno gli aveva detto che nel corso della riunione del Consiglio che si tenne a Milano nel Gennaio scorso, io stesso avevo chiesto di deferire sia lui che Carlo Barbuto alla Commissione Giustizia (ma sottolineo anche che me ne sono guardato bene dal portare avanti questo deferimento, perché ero in attesa di sviluppi all’interno nostro). Al fine di evitare d’andare di fronte al nostro tribunale sportivo, sia lui che Barbuto hanno preferito dimettersi. E così, non facendo più parte di FIKBMS, diventano imperseguibili. Bello sportivo davvero, mi viene voglia di dire. bel leader …

Ho sempre sostenuto che qualunque battaglia politica o sportiva  la si debba fare all’interno del nostro Stato o della nostra Federazione. Vedi quello che è successo dopo le recenti elezioni politiche: avremo un Parlamento magari ingovernabile, ma rinnovato almeno per il 60%! E al di là delle “differenze”, tutti siederanno nello stesso luogo e saranno costretti a confrontarsi su idee e programmi.

Di Blasi invece, all’indomani della sua sconfitta elettorale (nessuno dei soggetti della ‘sua’ lista fu eletto, ma quello fu per voto democratico!)  si era  lanciato a sostenere attività senza seguire le regole ‘interne’, a promuovere eventi sotto l’egida di un Ente di Promozione  senza chiedere autorizzazione preventiva, ha cercato di baipassare la Federazione nei suoi contatti con la RAI, proponendo tutta una serie di eventi che con la nostra Federazione nulla avevano a che spartire, a supportare infine  le richieste di un gruppo di “promotori” - alias, associazioni sportive dilettantistiche -, guidate da Stefano Stradella che ci aveva inviato una ‘sua’ carta dei diritti dei promotori cui ho risposto pubblicamente sul nostro sito, chiarendo immediatamente la posizione di questa Federazione nei loro confronti.

Ho comunque, e  giustamente,  prestato attenzione a quanto mi veniva proposto da Stefano, ma fu proprio lui a chiedermi che all’incontro con alcuni nostri consiglieri,  ci fosse addirittura lui, Carlo Di Blasi,  che poi guiderà il loro drappello.  Alla riunione, tenutasi all’Hotel Michelangelo di Milano, oltre al sottoscritto, ci furono anche 3 consiglieri federali (Donato Milano, Paolo Allievi, Claudio Baccolini)  e un presidente di comitato regionale (Massimo Liberati). A quanti mi chiedevano perché accettassi di incontrare di nuovo  Carlo Di Blasi (dopo che aveva già dato le dimissioni), rispondevo dicendo che in qualità di presidente dovevo comunque cercare di provare a trovare una soluzione che conciliasse le varie posizioni. E’ notorio che nella mia vita io abbia sempre cercato di unire le persone e non di dividerle. Avevo ricevuto , è vero, alcune dimissioni nei giorni precedenti (da Giorgio Perreca, da Alessandro Grifa e da 5 arbitri/Giudici lombardi - altro che dimissioni a valanga!-), ma con Stefano Stradella eravamo d’accordo di vederci per discutere le rispettive posizioni sul futuro degli sport da ring in federazione.

Ciò premesso, sapevo però anche che da quell’incontro non sarebbe uscito nulla di buono  perché sapevo a priori che non vi era, da parte di Carlo Di Blasi, alcuna volontà di ricucire lo strappo che già aveva maturato. Subito dopo la riunione avuta al Michelangelo, scrissi una mail a  tutti i miei consiglieri dicendo apertamente che la riunione era naufragata, e certamente non per colpa nostra.
Cos’era successo infatti?

Era successo, in buona sostanza, che la Federazione si era mostrata flessibile e conciliante su molti punti richiestici da Stefano Stradella. Ma, guarda caso, proprio sull’ultimo cascò l’asino. Qual’era questo punto? Quello riguardante la ripartizione dei contributi federali per le attività promozionali, ritenuto assolutamente insoddisfacente da parte di Di Blasi. “La stampa ce l’abbiamo; abbiamo i siti, abbiamo gli atleti; i match ce li organizziamo da soli senza l’aiuto della Federazione; abbiamo anche le televisioni ( Italia 1 – solo per Oktagon -), Italia2  (che ha share bassissimi ), e teniamo la RAI per le ‘dirette’ (cosa non vera, perché la RAI ha un contratto solo con la nostra Federazione per gli sport da ring)”.- così ci disse Carlo.  Il problema erano i soldi, e la Federazione aveva stanziato per le proprie attività promozionali 40.000 euro che potevano anche salire a 50.000. Ma nulla di più. Quando Di Blasi dice “la libertà non è in vendita”, fa credere al lettore che io gli abbia fatto chissà quali proposte per “comprarlo”.

Lo escludo nella maniera più  categorica!

Fa altresì credere – sempre all’ignaro lettore -, che io abbia persino tentato l’ultima sortita: quella di dilazionare una risposta ufficiale ai dirigenti di R&CN , quando  in realtà fu Claudio Baccolini che giustamente disse che eventualmente la Commissione Marketing, che doveva riunirsi di lì a poco, avrebbe potuto cercare nuove risorse...

La ragione per cui la Federazione abbia stanziato quella cifra è perché FIKBMS ha nell’attività Istituzionale la sua “missione”, il suo “core business” come si dice. E infatti la Federazione stanzia quasi 400.000 euro per le sue attività istituzionali a livello nazionale e internazionale. Cosa che avevamo già scritto a chiare lettere sul nostro sito ed è la ragione principale per cui siamo al CONI. Tutte le federazioni CONI hanno lo stesso obiettivo: creare squadre azzurre che poi difendono i nostri colori a livello europeo, mondiale e olimpico, per chi ha la fortuna di andarci.

Altro che ‘Falsoni crolla’ dunque: Falsoni era  solo incazzato perché aveva scoperto di aver perso, ancora una volta, un sacco di tempo e per nulla!

E infine desidero rinverdire a Carlo Di Blasi la posizione ufficiale di FIKBMS che già fu espressa in una lettera aperta indirizzata proprio a lui e pubblicata sul nostro sito, ma che lui volutamente ha completamente ignorato.

Si guardi la data e la smetta, una volta per tutte, con le illazioni gratuite. Questa Federazione ha sempre avuto le idee chiare su cosa fare e dove andare . Che lui voglia ora ridare vita a un nuovo soggetto federativo , cosa che a mio avviso è anti-storica e non in sintonia coi tempi in cui viviamo, può essere certamente legittimo. Ma basta con le illazioni gratuite  e soprattutto con le manipolazioni della realtà.

Si rilegga quanto già scritto a suo tempo che resta la posizione ufficiale di questa Federazione nei confronti di quelli come lui.

Ad maiora.

Ennio Falsoni

05/02/2013 - 11.34

Lettera aperta al Dott.Di Blasi: posizione ufficiale FIKBMS in rif.alle sue richieste

"Egregio Sig. Di Blasi,

in risposta ai suoi gratuiti, infondati ed offensivi attacchi alla mia persona, sia tramite siti internet di Oktagon e di KickRadio, sia tramite mail inviate indistintamente a tutto il suo indirizzario (ma di questo mi occuperò in altre sedi), mi preme informarla che, in tutta franchezza, pensavo bastasse leggere ciò che è stato pubblicato sul sito federale per capire, essendo di per sé evidente, che il Consiglio Nazionale NON è Falsoni-dipendente; con tale illazione, fondata sul nulla, lei dimostra di avere una scarsissima considerazione delle capacità intellettive degli attuali Consiglieri, persone innanzitutto per bene, intelligenti e capaci, com’è normale che sia, di completa autonomia di giudizio e decisionale.
Contrariamente a quanto lei sostiene da sempre, io non impongo il mio pensiero, anzi è l’esatto contrario perché su tutto ciò che ho detto e proposto in Consiglio, c’è sempre stato un gran dibattito. Pensi che io stesso avevo addirittura proposto di mantenere Giorgio Perreca tra i DT federali, così come Giorgio Jannelli o di inserire Roberto Fragale o di proporre personaggi come Michele Surian in questa o quella Commissione. E che tutti i miei consiglieri si sono dimostrati ‘sbalorditi’ per tali proposte, a significarle che ogni consigliere esprime il proprio parere (incredibile dictu! - direbbe lei -) e ogni decisione è stata poi presa collegialmente e democraticamente a ‘maggioranza’, annotando nel verbale di riunione chi c’era o non c’era, chi si è astenuto, chi è stato “contro” e chi è stato “pro”, su “qualunque punto dell’ordine del giorno”. Le garantisco, anche se lei non ci crederà, che nell’ambito dello scorso Consiglio, tutto è stato ampiamente sviscerato e soprattutto CONDIVISO, quindi la invito a smetterla di usare espressioni, del tipo “FederFalsoni”, prive di riscontro nella realtà e diffamatorie per chi, a differenza di lei (mi riferisco a tutto il Consiglio e tutti quanti collaborano per il buon andamento della Federazione), quotidianamente si impegna per migliorare le cose e non per distruggerle.
L’Assemblea Generale mi ha votato a larghissima maggioranza e pertanto si rassegni: la formazione delle nostre commissioni le ha fatte il Consiglio tutto, dopo ampia e democratica discussione. Chieda a qualche suo “amico” all’interno del Consiglio e vedrà che non potrà che confermarle quanto le sto dicendo. Tralasciando questo piccolo particolare, mi preme anche sottolineare che lei desidera sempre, senza che ciò le sia richiesto, dare il suo personalissimo parere su tutto. Ma si è accorto che lei non è più un consigliere di questa Federazione? Lei può ovviamente avere tutte le idee che vuole su questa o su quella questione, ma la prego di non spacciarle per idee “del gruppo” che lei – virtualmente – vorrebbe rappresentare, anche perché, contrariamente a lei, io ho rispetto per i suoi … ‘amici’.
Tra l’altro, lei accusa me di fare figli e figliastri o di non seguire le regole. Ma si rende conto che è lei ad avere comportamenti assolutamente contradditori? Tanto per farle un esempio: da consigliere era fermamente convinto che tutti gli atleti che salivano sul ring dovessero essere affiliati, con la loro società, a FIKBMS. Parlo di tutti coloro che erano iscritti alle sue selezioni di Oktagon, così come di quelli che riempivano i vari Gala. E’ bastato che lei non sia stato eletto nel Consiglio per questo quadriennio, ed eccola - lancia in resta -, a chiedere la più ampia libertà di andare a destra e a sinistra, di invitare chi vi pare e quando vi pare, di fare titoli sotto questa o quella sigla, (e non importa se di brand decotti e ormai senza seguito)!
Oppure, ci scrive indignato perché pare che in un recente campionato italiano di Muay Thai in un incontro non si sia usato il caschetto (mi dicono di averlo fatto solo perché in Tailandia, nel Mondiale WMF, nella classe Pro-Am non lo usano e si voleva fare altrettanto). Si vuole allora mettere di mezzo la Federazione Medico Sportiva e denunciare una presunta ns irregolarità quando lei, nel corso dell’evento di Glory a Roma, ha organizzato pullman di persone, attuato prevendite, organizzato una diretta televisiva con Raisport per un Gala dove gli 8 atleti, nel giro di poche ore, hanno combattuto 3 volte, contravvenendo palesemente agli attuali regolamenti medico-sportivi del Coni che, notoriamente, ci impongono di far combattere un atleta 1 volta nelle 24 ore!
Potrei andare avanti di questo passo, ma cito queste due perle perché sono di per sé significative del suo tentativo di obbligare questa Federazione a prendere una ferma posizione su fatti di quel tipo. Posizione che è stata ribadita nel corso della scorsa riunione di Consiglio. E gliela chiarisco , spendendo ufficialmente qualche parola sulla famosa “carta dei diritti dei promotori” che ci è pervenuta un paio di settimane fa.
Il fatto che io abbia telefonato a Stefano Stradella (così come ho chiamato Marco Franza ed altri personaggi che comunque reputo degli ‘amici’ - indipendentemente dalle scelte che faranno -) , è dipeso solo dal fatto che mi premeva chiarire col firmatario di quella ‘carta’ - e prima che avvenisse in Consiglio -, che quelle proposte erano provocatorie da una parte e praticamente inaccettabili per una Federazione Coni come la nostra. Mi sono anche sforzato di spiegare a Stefano che quelle richieste erano anti-storiche e che andavano pure a danno della categoria. E le spiego anche a lei, se avrà pazienza di leggermi.
Innanzitutto, proporre di accettare quella carta per me significa chiaramente che i richiedenti non sappiano come funziona una Federazione Coni né conoscano le sue regole. E di qui è partita la mia proposta che lui - in quanto capo di un gruppo - entrasse a far parte della Commissione Attività Promozionali (quella che ha preso il posto delle precedenti due, create subito dopo l’infausta proposta di creare Finet, se lei ricorda): proprio perché toccasse poi con mano, conoscesse cioè gli impegni e le regole che una Federazione Coni è chiamata a rispettare.
Non è una mia personale scelta che la FIKBMS non possa accettare che un suo associato non debba svolgere attività, nell’ambito delle discipline che essa coordina e promuove sul territorio italiano, con altre organizzazioni che non siano ad essa collegate o legate da convenzione: è lo Statuto nonché il Regolamento Organico (che ne è la sua spiegazione) che ci è stato imposto dal Coni stesso. E che è UGUALE per tutte le sue Federazioni. Se un karateka o un judoka hanno rapporti con altre organizzazioni al di fuori di quelle convenzionate Fijlkam, lei non ha idee di cosa capiti agli atleti! – tanto per farle un esempio -.
Poi, premesso che per “promotore” si deve intendere una A.S.D. iscritta magari pure ad un Albo del Registro Coni (e lei organizza Oktagon son la sua ASD Fenasco, così come Stradella lo fa con la sua e così via), va ribadito che questi ‘promotori’ altro non sono che società sportive dilettantistiche che, guarda caso, promuovono eventi per i quali poi chiedono contributi a Municipalità, Province e Regioni (e se non sei una ASD non puoi fruirne).
E allora, se dietro al ‘promotore’ c’è una ASD, significa che quella ASD è inserita in una Federazione e come tale ha tutti gli stessi diritti e gli stessi obblighi di tutte le altre, nessuna esclusa. Se ne deduce che in FIKBMS o tutti seguono le stesse regole, o nessuno. Mi pare di poter dire che TUTTI sono chiamati al rispetto delle regole, perché altrimenti non si va da nessuna parte.
Se invece di una ASD vi saranno - in futuro probabilmente -, delle SRL o delle SPA a promuovere attività da ring, mi creda, solo allora io sarò pienamente d’accordo con lei di organizzarsi una sua Lega Professionistica - in qualche modo sempre legata alla Federazione così come avviene per il Pugilato (ma veramente tale, quindi con contratti veri, pagamento di tasse ecc.) che possa operare trasversalmente con chi gli pare. Anche perché il fine allora dichiarato sarebbe il ‘business’. E che business sia!, in quel caso.
Ma fintanto che la scelta di assegnare o meno il “professionismo” ad una sua Federazione Nazionale (e la FIKBMS è inquadrata come DSA ancora almeno per 4 anni) spetta alla Giunta Coni, ritengo che… non ci sia “trippa per gatti” da questo punto di vista.
Ma ciò che chiede Stradella (alias lei), oltre che improponibile ad una Federazione Coni come la nostra e quindi inattuabile, è soprattutto anti-storico.
Il mondo degli sport da ring, di qualunque Federazione o associazione si parli, ha sempre guardato al mondo del pugilato come suo ‘mentore’. Nelle palestre di sport da ring (che siano di kick o di K1 poco importa), non si hanno “passaggi di grado” infatti, non vi è l’etica della palestra “marziale” per intenderci. Il sogno che viene inculcato all’agonista, in molte società è quello di diventare bravo e quindi ricco e famoso, alla Petrosian per intenderci. Non viene insegnato il sogno “della maglia azzurra” o di valori di quel tipo che sono invece propri del mondo “marziale” anche nostrano, di quegli atleti cioè che sanno a priori che non si guadagna nulla con lo sport che fanno e che quindi praticano per il piacere di farlo o per eventualmente difendere i colori della loro Patria.
Il sogno dell’atleta di palestra da sport da ring (in talune palestre, ben inteso), è dunque di evitare pure di fare attività dilettantistica. Ricordo in una riunione di Finet a Milano nel 2010 che un noto personaggio disse che i suoi atleti, dopo 3 incontri, erano già professionisti!
Ebbene, che fine ha fatto quella mentalità applicata al pugilato? Che fine sta facendo il pugilato professionistico? E perché è arrivato ad essere alla canna del gas e l’Aiba sta cercando di correre ai ripari spingendo sulle World Series nel tentativo di tenere vincolati a sé i migliori atleti?
Nella dissennata frammentazione delle forze pugilistiche migliori, nella pletora di sigle esistenti, si è distrutta la credibilità del pugilato (il vero grande danno!) che ora sta facendo fatica (parlo di quello professionistico) ad uscire dai guai in cui ci si è messo da solo. Certo, è cambiata anche la società in cui viviamo e la crisi socio-economica che stiamo vivendo rende sempre più difficile organizzare eventi di un certo spessore per il lievitare dei costi da una parte e per la scarsità degli sponsor e per la mancanza di televisioni che pagano diritti, assolutamente fondamentali prima, per la realizzazione di un qualunque evento importante.
Vogliamo finire così? No, grazie.
Abbiamo però deciso in Consiglio, questo sì, che nel caso di richieste particolari (richiesta di un incontro all’estero con questa o quella sigla, piuttosto che richieste per riunificazione di titoli, co-sanctioning e così via…) la commissione promozionale e il consiglio sono disposti a discuterne apertamente e di essere magari elastici sin dove è possibile. Tra l’altro, le ricordo che se nell’ambito della Kickboxing (K1 incluso dunque) – per norma statutaria -, la nostra Federazione ha un impegno in esclusiva con Wako e Wako-Pro, nell’ambito della Muay Thai così non è.
E se eventualmente verrà richiesto di organizzare titoli con questa o quella sigla nella Thai-Boxe o Muay Thai, la Commissione Promozionale e il Consiglio saranno molto più elastici da questo punto di vista. E’ stato ampiamente ribadito da tutti che, in ogni caso, il nostro interesse comune è di fare grande e importante QUESTA FEDERAZIONE e nessun’altra!
Tutti dobbiamo restare uniti e remare dalla stessa parte: questo il concetto fondamentale.
Se lo si accetta, questa Federazione è pronta ad aprire - su quelle basi -, un tavolo di lavoro che sia reciprocamente fruttuoso col gruppo che lei apparentemente rappresenta. In caso contrario, penso che ognuno debba andare per la sua strada ed essere coerente con le scelte che fa. Costi quel che costi.
A lei e al suo gruppo ora la scelta.

Restando a sua disposizione, porgo distinti saluti.

Ennio Falsoni